CHICCHINESI
La chicchinese è un raviolo di
forma circolare: 5 o 6 cm.
di diametro, di semplice pasta da pane
fatta con acqua, lievito e farina,
tirata a sfoglia di non piú di 1/4 cm. di spessore, ripiegata su se stessa
con all’interno
un’abbondante
imbottitura, (posta a distanze regolari),fatta
con ricotta di pecora , rossi
d’uova, formaggio pecorino grattugiato, cubetti di salame e di provola
affumicata, pepe e cannella in polvere; con un affilato coppapasta o un
bicchiere dalla ampia bocca, per
pressione si ricavano i ravioli tondi che vengon ben pressati lungo il
perimetro affinché non ne fuoriesca l’imbottitura e li si frigge nel solito
olio di semi bollente e profondo.
Trovare l’etimologia del termine chicchinese, è
stato veramente un bel problema: nessun vocabolario accoglie il
termine, benché esso sia ben vivo e presente nella cucina campana, lucana, daunia
etc., per cui sarà giocoforza che io
faccia qualche congettura o proposta, sempre pronto a recepire
suggerimenti o altre ipotesi da chi risultasse piú informato del sottoscritto;
eccovi le mie due ipotesi; ambedue partono dall’attenta lettura del termine chicchinese
che parrebbe esser formato da un chicchino/a
d’avvio addizionato d’un suffisso di
pertinenza esa/e.
Orbene
in napoletano Chicchina è il diminutivo di Checca,
che come nel toscano, è l’ipocoristico di Francesca;
In
questo caso, il raviolo de quo potrebbe essere stato il manufatto di una non
meglio identificata Francesca detta Checca o Chicchina e dunque un raviolo o pizzetta
di pertinenza di Chicchina e
perciò: chicchinese;
La
seconda congettura si collega al fatto, poi desueto, che un tempo con il termine chicchina si indicò la piccola vulva delle bambine, per
cui si potrebbe ipotizzare che originariamente la chicchinese avesse non la forma tondeggiante odierna, ma
una (forse a goccia) che ad un dipresso richiamasse l’organo delle bambine;
trattandosi di una frittella commestibile, propendo per la prima ipotesi, ma
non proclamo certezze...
Ingredienti
e dosi per 6 persone:
1 kg di pasta da pane già
lievitata,
farina
q.s.,
5
etti di ricotta di pecora,
5
uova intere,
3
etti di salame napoletano in cubetti di ½ cm. di spigolo,
3
etti di provola affumicata in cubetti di ½ cm. di spigolo,
sale
fino e pepe nero q.s.
noce
moscata q.s.
cannella
in polvere un cucchiaino.
abbondante
olio per frittura.
procedimento
Porre
la pasta da pane già lievitata su di una spianatoia cosparsa di farina ed
aiutandosi con un matterello ottenere un’ampia pettola nello spessore di ½ cm.
In
una terrina lavorare la ricotta con le uova, sale fino pepe noce moscata e cannella ed aggiungere i cubetti di salame e
provola; quelli di provola occorrerà
tenerli 12 ore in frigo affinché si asciughino un po’.
Disporre
su metà della pettola distesa sulla spianatoia, a distanze regolari cucchiaiate
di ricotta lavorata; ripiegare sui mucchietti la metà pettola sopravanzante e
servendosi di un affilato coppapasta o di un bicchiere a bocca larga ricavare
tanti ravioli-chicchinesi di forma cirolare con un diametro di 5 o 6 cm.
Mandare
a temperatura l’olio in una padella a bordi alti e friggervi i ravioli fino a doratura.indi
traferirli nel piatto di portata coperto con carta assorbente; aggiustare
eventualmente di sale e servire queste
chicchinesi calde di fornello o come gustoso antipasto o come pietanza.
Vini:
Corposi vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso, Taurasi) serviti a
temperatura ambiente
Mangia Napule, facitene salute e alliccàteve ‘o musso!
raffaele bracale
p.s.la
chiave di riuscita di questa ricetta consiste nel tenere la sfoglia di pasta
molto sottile e nel non lesinare con l’imbottitura: i mucchietti di ricotta
etc. devono essere abbastanza corposi!
Nessun commento:
Posta un commento