SCIORBA D’’O PARZUNARO
(zuppa
del mezzadro)
Eccovi una
salutare, ottima ricetta invernale, gustosissima, da servire a pranzo o cena;
si tratta di una ricetta che, con
piccoli adattamenti, è preparata anche
nella maggior parte delle regioni meridionali (quelle che cioè furono del Reame di Napoli: Basilicata,
Calabrie, Abruzzo, Molise, Puglia oltre – ovviamente – Campania).
NOTA
LINGUISTICA
*sciorba
La voce sciorba
l’ò
derivata , nel significato di zuppa,
dall’arabo-persiano sciorbah o
tsciorbach dove trae origine da un tema verbale sciaríba= bere in quanto trattasi di
zuppa originariamente molto liquida; con
il medesimo termine sciorbah o tsciorbach in Turchia si indica una lenta vivanda a
base di riso.
**parzunaro = fittavolo, mezzadro , colono di
parti limitate d’un podere altrui, con
derivazione dal lat. medievale partionarius
incontro tra partes ed il suff.arius usato
per formare sostantivi indicanti arti o mestieri; il suffisso arius divenne nell’italiano aio dove diede varî nomi
indicanti arti o mestieri: lattaio,
merciaio, fioraio etc; nel napoletano arius
divenne aro: putecaro, sciuraro,
lattaro, parzunaro etc.
Ciò detto, veniamo alla ricetta:
ingredienti e dosi per 6
persone:
per il brodo:
1,5 kg. di pancettone (scalfo) di manzo,
6 etti di
gamboncello (geretto posteriore/muscolo) di vitello/a,
½ bicchiere d’olio d’oliva e.v.
3 cipolle
dorate intere
1 carota,
1 grosso
gambo di sedano,
1 foglia
d’alloro,
2 rametti di
timo/piperna sbriciolati,
alcuni chiodi
di garofano,
sale grosso e
pepe nero in grani q.s.
a seguire per la zuppa
3 bicchieri
d’olio per friggere ( semi varî o arachidi o mais o girasole),
sale fino e
pepe nero macinato q.s.,
3 cucchiaini
di zafferano (polvere o pistilli)
3 cucchiai di
cannella in polvere,
9 spesse fette
di pane casareccio di cui tre private della scorza, bruscate al forno 220° e
tritate con un mixer con lame da aridi;
6 uova,
3 etti di
caciocavallo piccante tagliati a dadini di 1 cm. di spigolo,
3 etti di
formaggio grana grattugiato finemente,
procedimento
Cominciamo
col preparare un buon brodo di manzo; rammento (come ò detto altrove) che se si
vuole ottenere un buon brodo, bisogna che
tutti gli ingredienti cosí come indicati poco prima, siano messi in acqua fredda (4 litri ca)
e prolungarne la cottura per
circa 3 ore a fuoco dolcissimo per modo che la carne ceda tutti i suoi succhi
al brodo, rendendolo gustoso.I quattro litri d’acqua fredda vanno addizionati
delle due cipolle divise a metà, una
carota lavata,grattata e troncata longitudinalmente in quattro parti, una costa
di sedano lavata,liberata dei filamenti e divisa in piú pezzi, alcuni chiodi di
garofano, una foglia d’alloro,due rametti di timo/piperna, mezzo
bicchiere d’olio d’oliva e.v., sale grosso e pepe nero in grani;prima di accendere
il fuoco, nell’acqua fredda con gli aromi va immessa tutta la carne (manzo e
vitello) in tre grossi pezzi: due per il pancettone, uno per il gamboncello;
accendere i fuochi e a mezza fiamma protrarre la cottura per ca 3 ore.Al
termine abbassare i fuochi, eleminare con una schiumarola tutti i vegetali e far sobbollire lentamente il brodo, per
tenere in caldo i pezzi di carne che però vanno prelevati con un forchettone,
poggiati su di un tagliere e ridotti in cubetti di 1,5 cm. di spigolo; tutti i
cubetti vanno rimessi nella pentola con il brodo e tenuti al caldo nel mentre
si approntano gli altri ingredienti di questa gustosa sciorba.
Mentre il
brodo sobbolle lentamente, porre a fuoco vivace una padella di ferro nero con
un bicchiere di olio per friggere e
mandarlo a temperatura; nel frattempo aprire in una ampia zuppiera 3 uova,
aggiungere un cucchiaio di pecorino, un pizzico di sale,
due di pepe; sbattere a spuma con una forchetta,intingervi ben bene e via via
le fette di pane, sgrondarle e friggerle nell’olio ormai caldissimo un minuto
per lato; poggiar le fette fritte prima su carta assorbente da
cucina, indi su di un tagliere e ridurle in cubi di 2 cm. di spigolo; a seguire,
addizionare la mollica bruscata e tritata con tutto il formaggio grana grattugiato finemente, un pizzico di
sale e due di pepe; nella medesima zuppiera
dove erano state sbattute le prime tre uova, aprirne altre tre e
sbatterle a spuma con una forchetta; versarvi la mollica tritata addizionata del formaggio grana, un pizzico
di sale, due di pepe, 3 cucchiaini di zafferano, ed il residuo del trito di
prezzemolo; amalgamare il tutto fino ad ottenere un composto morbido ed
omogeneo; rabboccare nella padella di ferro l’olio per la frittura, mandarlo a
temperatura e prelevare dalla zuppiera , con un cucchiaino da tè unto, a mano a
mano (fino ad esaurire il contenuto della zuppiera) dei riccioli del composto
preparato facendoli scivolare nella padella con l’olio
fumante e friggerli fino a che siano dorati; prelevarli delicatamente con una
schiumarola ed adagiarli in un piatto coperto con carta assorbente da cucina.
A questo
punto approntare sei capienti scodelle (di porcellana, ceramica o coccio)
calde, sistemarvi sul fondo un adeguato numero di cubetti di pane fritto (corrispondenti
all’incirca ad una fetta di pane per porzione), aggiungere due cucchiaiate di
cubetti di carne, una cucchiaiata di cubetti di caciocavallo piccante ed una
cucchiaiata di riccioli fritti del composto di pangrattato, grana etc. versare
su tutto abbondanti ramaiolate di brodo caldo, profumare ogni porzione con un
pizzico di cannella e due pizzichi di pepe nero macinato a fresco; attendere 5
minuti e mandare in tavola, a pranzo o a cena questa calda, gustosa, appetitosa
sciorba.
Vini: Corposi
vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso, Taurasi) serviti a
temperatura ambiente.
Mangia Napoli, bbona
salute!
raffaele bracale
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