sabato 11 febbraio 2017

VARIE 17/178

1.METTERE ’A COPPA Letteralmente: mettere [a chiacchiere]al di sopra. Détto sarcasticamente di chi millantatore e vuoto parolaio decanti, ma senza alcun riscontro pratico, la sua vanagloriosa superiorità nell’àmbito del sapere, dell’essere o dell’avere sull’universo mondo, sparandola piú grossa nell’intento di farsi apprezzare per quel che non è. ‘a coppa/ ‘ncoppa prep. impr. ed avv. di Luogo come avv. sopra,su, in Luogo o posizione piú elevata è sagliuto ‘ncoppa(è salito su, sopra)ll’aggiu aspettato ‘ncoppa (l’ò atteso su); mettimmoce ‘na preta ‘a coppa(mettiamoci una pietra sopra, dimenticare ciò che è stato; bevimmoce ‘a coppa (beviamoci sopra), per dimenticare qualcosa; durmirce ‘a coppa(dormirci sopra), lasciar passare tempo per riflettere; anche, trascurare, rallentare qualcosa come prep. 1 in posizione piú elevata rispetto ad altro, su (con riferimento a cose che sono a contatto): ‘o telefono sta ‘ncopp’ â scrivania(il telefono è sopra (al)la scrivania); posa ‘o libbro ‘ncopp’ô tavulo mio(posa il libro sopra il (o al) mio tavolo); purtà ‘a cesta‘ncopp’ â capa(portare la cesta sopra la testa); saglí‘ncopp’ âseggia( salire sopra la(o alla) sedia); | in usi fig.: sperà ‘ncoppa a quaccuno(sperare su qualcuno): far assegnamento sopra qualcuno; jucà ncoppa a ‘nu nummero( giocare sopra un numero); t’ ‘o ggiuro ncoppa a ll’anema ‘e papà (te lo giuro sull’anima di mio padre) giurare sopra qualcuno, qualcosa, in nome di qualcuno, per qualcosa; 2 con riferimento a cose l'una delle quali ricopre o avvolge l'altra: stennere ‘o mesale ‘ncopp’â tavula(stendere la tovaglia sopra la tavola); tené ‘nu maglione ‘ncopp’ê spalle(avere un golf sopra le spalle); metterse ‘o cappotto ‘a copp’ô tajerre(mettere il cappotto sopra il tailleur) 3 con riferimento a cose messe l'una sull'altra: mettere ‘e piatte uno ‘ncoppa a ll’ato(mettere i piatti uno sopra l'altro) | in talune particolari accezioni con riferimento a cose o avvenimenti che si succedono rapidamente nel tempo o in gran numero: fa diebbete ‘ncopp’ a ddiebbete(fare debiti sopra debiti); riportare vittoria sopra vittoria; dire spropositi sopra spropositi; gli accadde una disgrazia sopra l'altra 4 con riferimento a cose che non sono a contatto fra loro: il ritratto era appeso sopra il caminetto; si costruirà un nuovo ponte sopra la ferrovia; il colonnello abita sopra di loro; le nuvole si addensavano sopra di noi | in usi fig.: una minaccia pendeva sopra il suo capo; piangere sopra qualcuno, qualcosa, dolersi per qualcuno, qualcosa; passar sopra a qualcosa, non tenerne conto; tornar sopra a qualcosa, riesaminarla; averne fin sopra i capelli, essere nauseato di qualcosa, aver raggiunto il limite della sopportazione; sopra pensiero, soprappensiero 5 (fig.) con riferimento a situazioni di superiorità, dominio, controllo: allargare il proprio dominio sopra tutto il paese; regnare sopra diversi popoli; non avere nessuno sopra di sé; avere un vantaggio sopra qualcuno; vegliare sopra i figli 6 con riferimento a cosa che scende dall'alto (anche fig.): le bombe caddero sopra la casa; la nebbia calò sopra la valle; la responsabilità ricade sopra di noi; scaricare la colpa sopra qualcuno | (estens.) contro: gettarsi, scagliarsi sopra qualcuno. 7 nelle immediate vicinanze ma in posizione pi ú elevata: la casa è sopra la ferrovia; c'è una pineta sopra il mare 8 oltre, pi ú (di un limite): bambini sopra i cinque anni; la temperatura è sopra lo zero; Roma è a pochi metri sopra il livello del mare | nelle determinazioni geografiche, pi ú a nord: Bolzano è un po' sopra Trento; il mar Rosso è sopra il 10ª parallelo | pi ú di (per indicare una preferenza): amare la famiglia sopra ogni cosa; questo mi interessa sopra tutto 9 intorno a, riguardo a (per indicare materia, argomento): parlare sopra un tema difficile; mi piacerebbe conoscere il tuo parere sopra quella questione 10 (ant.) oltre a, in aggiunta a. 11 (ant.) prima di, avanti (in senso temporale): la notte sopra la domenica, quella che la precede. 12 nella loc. al di sopra di, che à gli stessi significati di sopra: numeri al di sopra di cento; essere al di sopra delle parti; un cittadino al di sopra di ogni sospetto - agg.vo invar. superiore (anche preceduto da di): ’o rigo ‘e coppa; ‘o piano ‘e coppa( la riga di sopra; il piano di sopra) s. m. invar. la parte superiore, ciò che sta sopra (anche preceduto da di): ‘a coppa è de plastica (il (di) sopra è di plastica.) etimologicamente‘ncoppa = sopra è forgiato da un in→’n illativo e coppa dal latino cuppa(m) la parte posteriore superiore del capo che è dunque quella posta sopra; ugualmente ‘a coppa = da/di sopra deriva dalla medesima cuppa(m) la parte posteriore superiore del capo che è dunque quella posta sopra, introdotta dalla ‘a aferesi della preposizione da→’a. 2.METTERE A UNO 'NCOPP' A 'NU PUORCO. Letteralmente: mettere uno a cavallo di un porco. Id est: sparlar di uno, spettegolarne, additarlo al ludibrio degli altri, come avveniva anticamente quando al popolino era consentito di condurre alla gogna il condannato trasportandolo a dorso di maiale affinché venisse notato da tutti e fatto segno di ingiurie e contumelie. Questa abitudine era tipica della città partenopea dove v’era abbondanza di maiali che circolavano liberamente per strade e vicoli, allevati com’erano in libertà assoluta per esser poi destinati oltre che all’uso personale di chi li allevasse, anche come offerta ai monaci del TAU che conducevano nei pressi della chiesa di S. Antonio Abate (in piazza Carlo III) uno loro piccolo ospedale dove curavano affezioni dermatologiche usando pomate confezionate anche con il lardo dei maiali; altrove (ad es. a Roma) ci si serviva di asini. 3.METTERE ATA CARNE A CCOCERE Letteralmente: Porre altra carne a cuocere. Détto del deplorevole modo di agire di chi provi piacere a dar motivo, destro, occasione, opportunità di discussioni, dispute e litigi, sobillando ed istigando e fornendo materia di contesa a persone i cui rapporti siano già esacerbati. Nella lingua nazionale è in uso un analogo, ma meno icastico “mettere legna al fuoco”. 4.METTERE CAMPANIELLE ‘NCANN’Â ‘ATTA Letteralmente: Porre dei campanelli alla gola del gatto.Locuzione usata per riferire l’atteggiamento riprovevole di chi si diverta a propalare notizie riservate per il solo gusto di nuocere al prossimo, o a diffondere voci infondate seminando zizzania e ciò nell’intento di farsi notare attirando l’altrui attenzione sulla propria persona. Ricordo che altri (e per tutti l’Altamura)leggono la locuzione nel significato di: suscitare in chi non li avrebbe, sospetti , dubbi o diffidenze e giustificano questa lettura riallacciandola ad una favola d’Esopo e/o La Fontaine sul gatto ed i topi che benché anelassero a volerlo fornire di sonagli per essere tenuti sull’avviso del suo accostarsi, non trovarono tra di essi il coraggioso che lo facesse. Ora, a mio avviso,se si eccettua il tenue richiamo a campanelli ed al gatto non esistono altri punti di contatto tra la menzionata favola ed i significati della locuzione sia che venga lètta cosí come ò riportato, sia che si prenda per buona l’altra lettura; in ogni caso la locuzione mi pare che nulla abbia a che spartire con la favola d’Esopo e/o La Fontaine . 5.METTERE LL’ASSISE Ê CCETRÓLE nell’espressione VA METTENNO LL’ASSISE Ê CCETRÓLE Ad litteram: mettere il calmiere ai cetrioli nell’espressione va ponendo il calmiere sui cetrioli. Icastica espressione con la quale si stigmatizza il comportamento sciocco di chi dedica il proprio tempo ad attività inutili, pretestuose ed inconferenti quale quella di calmierare il prezzo dei cetrioli, ortaggio che sebbene sia di largo consumo, per solito è a buon mercato e non v’è bisogno che se ne calmieri il prezzo; per traslato, l’espressione in esame viene riferita ad ogni attività che si riveli inutile e per ciò stesso sciocca. Ricordo che il pl. del s.vo m.le CETRULO è il m.le CETRULE, mentre quello femminile CETRÓLE [geminato in CCETRÓLE]quando come nell’epigrafe sia preceduto dall’articolo o preposizione articolata femminile] è usato quando si faccia riferimento ad un futto piú grosso del normale e ciò perché In napoletano un oggetto (o cosa quale che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile et versa vice ; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú piccolo ); ),‘a canesta (piú grande rispetto a ‘o canisto piú piccolo ), fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella. BRAK

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