domenica 12 febbraio 2017

VARIE 17/182

1.METTERSE ‘NU CIENZO ‘NCUOLLO Letteralmente: Mettersi una tassa addosso; id est: gravarsi per mera liberalità o per stupidità remissiva di un balzello e/o peso non dovuto quasi assoggettandosi a quella medioevale imposta, a quel tributo che i contadini dovevano ai proprietari in virtú del jus domini. 2.METTERSE ‘O CAPPOTTO ‘E LIGNAMMO Letteralmente: Indossare il cappotto di legno.Icastica ed eufemistica locuzione usata per significare il decesso di una persona che, defunto che sia viene posto in una bara lignea [raffigurata come l’indumento che si porta su tutti gli altri cioè come un pastrano,come un soprabito questa volta di legno] per essere sepolto. cappotto s.vo m.le pesante soprabito invernale da uomo e da donna; voce denominale di cappa che è dal lat. tardo cappa(m) 'cappuccio', da caput 'capo, testa' lignammo s.vo m.le legname derivato del lat. ligname(n) 'armatura di legno' ( che è da ligna + il suff. coll. amen); la voce napoletana à il raddoppiamento espressivo della consonante nasale bilabiale (M). 3.METTERSE CU ‘A PANZA E CCU ‘O PENZIERO Letteralmente: Porsi con la pancia e con la mente; id est: perseguire il raggiungimento di una meta agognata, inseguire il conseguimento di uno scopo, d’ un obiettivo,un intento,un piano, un progetto,un proposito rincorso con tutte le proprie forze sia fisiche [quelle rappresentate dalla pancia ] che mentali [rappresentate dal pensiero] Espressione che rende icasticamente l’ algido italiano agire con il braccio e con la mente. Mi corre l’obbligo di rammentare che l’amico avv.to Renato de Falco dà tutt’altra lettura della locuzione,ritenendola [ma, a mio avviso, troppo riduttivamente] di pertinenza femminile con riferimento al desiderio intenso di maternità della donna che porrebbe a servizio del concepimento la mente e... la pancia. Ò riportato la cosa per scrupolo di coscienza, ma [e me ne duole] questa volta non mi sento di aderire all’idea, troppo limitativa, dell’amico de Falco! 4.METTERSE 'E CASA E PPUTECA. Letteralmente: porsi di casa e bottega. Id est: accingersi ad un lavoro con massima attenzione ed attaccamento puntiglioso come chi dura la propria vita in quella che sia contemporaneamente casa e sede del proprio operare cui potersi dedicare senza soluzione di continuità e senza perdite di tempo che invece ci sarebbero qualora ci si dovesse spostare dalla bottega alla casa e viceversa. 5.METTERSE PAVURA Letteralmente: Impaurirsi; id est: prendere addoso la paura, spaventarsi quasi avvertendo sulla propria pelle, a mo’ d’abito messo, indossato, lo spavento, la fifa, la strizza o addirittura lo sgomento, il terrore, il panico. pavura, s.vo f.le voce che ripete tutti i significati della corrispondente voce dell’italiano paura 1 sensazione inquietante che si prova in presenza o al pensiero di un pericolo vero o immaginato: tené pavura; pigliarse ‘na bbella pavura; deventà janco p’ ‘a pavura; tremmà ‘e pavura; 2 (estens.) timore serio, preoccupazione allarmante; presentimento scoraggiante: aggio pavura ca perdimmo ‘o treno! Quanto all’etimo è voce derivata come quella dell’italiano dal lat. pavore(m) 'timore', con cambiamento di suffisso; la voce napoletana però conserva al contrario dell’italiano l’etimologica consonante fricativa labiodentale sonora v. BRAK

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