venerdì 17 febbraio 2017

VARIE 17/207

1.PARÉ ‘NA PUPATA ‘E FICUSECCHE Ad litteram: sembrare una pupattola di fichi secchi. Antica locuzione, ora quasi desueta che si soleva un tempo riferire a sapido dileggio soprattutto di attempate signorine o piú spesso vecchie inguaribili nubili che andavano in giro con il volto cosparso di molta cipria o di pi ú economica farina, nel vano tentativo di nascondere i danni del tempo; tali signorine erano paragonate alle pupattole che i venditori di frutta secca inalberavano sulle loro mostre durante le festività natalizie: le pupattole erano fatte con un congruo numero di fichi secchi imbiancati all’uopo di polverosa glassa zuccherina ed infilzati su sottili stecchi di vimini. Rammento che l’abitudine di cospargersi il volto di molta cipria o farina era anche di taluni uomini attempati, ma soprattutto di taluni attori che a malgrado fossero avanti con gli anni, si ostinavano a sostenere in teatro parti da attor giovane ed erano perciò costretti a ricorrere, per lenire i danni del tempo, al pesante trucco di cipria o farina. 2.PARE ‘NA PUPATA ‘E GUIDOTTE Letteralmente: Sembra una bambola di Guidotti; id est: essere bella affascinante ed elegante tal quale una figura di Guidotti. Per venire a capo dell’espressione occorre dire súbito di Guidòtti, Paolo, detto il Cavalier Borghese. Costui fu pittore, scultore, architetto e scienziato (Lucca 1560 circa - †Roma 1629). Dipinse, prediligendo ampie forme tardomanieriste e una luce intensa e drammatica, affreschi ed alcune pale d'altare a Roma (S. Luigi dei Francesi, S. Francesco a Ripa, ecc.), a Napoli (S. Maria del parto: Gesú, la presentazione al tempio), a Pisa, a Lucca, ecc. Come studioso del volo umano fu uno dei piú fedeli seguaci delle idee leonardesche, che arrivò a mettere personalmente in pratica in un tentativo, peraltro sfortunato, realizzato attraverso un paio di ali artificiali. Le figure femminili dei suoi dipinti agghindate anacronisticamente sempre in abiti cinquecenteschi erano belle, formose ed elegantissime, al segno che a Napoli divenne proverbiale la locuzione in esame Paré ‘na pupata ‘e Guidotte (sembrare una bambola di Guidotti) per riferirsi ad una donna che apparisse molto bella ed affascinante e vestisse in maniera sontuosa e ricercata. 3.PARÉ ‘NA ÚFARA Letteralmente: Sembrare una bufala; détto di chi in preda ad un rabbioso, virulento accesso di nervi si lasci andare a manifestazioni tese, ansiose, irrequiete, isteriche quando non impetuose, travolgenti, furiose, rovinose, violenti tali da poter esser messo a paragone al temibile comportamento di una bufala iraconda, rabbiosa, stizzosa, e si parla di bufola e non di bufalo perché è risaputo che nel mondo animale, ma forse pure in quello umano!..., le manifestazioni piú violente, aggressive, isteriche,irruente,veementi,combattive, battagliere, bellicose son delle femmine e non dei maschi! 4.PARÉ ‘NU CAPONE STURDUTO Ad litteram: sembrare un cappone stordito Détto di chi si dimostri per le piú varie ragioni scombussolato, stonato, frastornato incerto e confuso al segno di essere incapace di attendere compiutamente al suo dovuto, alla medesima stregua di un pollo che ridotto a cappone veda segnati i suoi inutili giorni dallo stordimento e viva solo per ingrassare. Rammento che un tempo le mamme che vedevano a tarda sera i propri figli stanchi e ciondolanti, incapaci sia di attendere allo studio, ma pure di portare a termine acconciamente il pasto serale, usavano bollare i ragazzi con la locuzione in epigrafe. 5.PARÉ ‘O CÀNTARO ‘MMIEZ’Â CCHIESIA. Letteralmente : Sembrare il pitale (posto) nel mezzo della chiesa.Id est : sembrare, ma piú icasticamente, essere qualcosa di incongruo messo in un contesto, un quadro, un insieme,una situazione che naturalmente gli siano estranei.Icastica espressione usata a dileggio di qualcosa o piú spesso di qualcuno entrati a far parte di una condizione, posizione,circostanza, contingenza, di per sé non inerente alla destinazione di quel qualcosa o alle capacità del qualcuno ; piú chiaramente un pitale, aggeggio da usarsi quale vaso di comodo, non potrebbe essere adoperato nel bel mezzo di una navata di chiesa, contesto che gli è estraneo ; cosí ad esempio un pesante soprabito in pelliccia usato nei mesi estivi durante una passeggiata sul lungomare sarebbe inadatto ed incongruo, finendo per l’appunto per esser paragonabile ad càntaro posto nel mezzo di una chiesa ; alla medesima stregua, sempre ad esempio,qualcuno che si intestardisse a voler praticare uno sport, o un’attività artistica per i quali non sia tagliato e/o non ne conosca le regole potrebbe ben dirsi che appaia un vaso di comodo adoperato nel bel mezzo di una navata di chiesa. BRAK

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