lunedì 13 febbraio 2017

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1.NCE VERIMMO A FFELIPPO Letteralmente: Ci vediamo a Filippo. Espressione ancóra usata quale minaccioso ammonimento equivalente a: "Bada! Al momento opportuno te la farò pagare"; minaccia cioè di tirare definitivamente le somme di una contesa in tempi piú propizi a chi stia minacciando.L’espressione scimmiotta attraverso un’assonanza corruttiva (Filippi/Felippo) quella minacciosa: Ci rivedremo a Filippi . Queste parole secondo una leggenda riportata anche da Plutarco furono rivolte a Bruto dalla suo medesimo cattivo démone (coscienza) o dallo spettro di Giulio Cesare apparsogli in sogno alcune notti prima della battaglia di Filippi del 42 a.C., che terminò con la vittoria di Ottaviano ed Antonio su Bruto e Cassio, i quali vi morirono. L’espressione italiana, come quella corruttiva napoletana, à altresí – oltre il significato cui ò accennato -, pure un significato rivendicativo del male ricevuto in quanto, com' è noto, Cesare era stato vigliaccamente pugnalato da Bruto che era stato da Lui tanto amato. Narrò lo storico Plutarco che, dopo l'uccisione di Cesare (44 a.C.), Bruto riparò con Cassio Longino e con l'esercito dei repubblicani in Macedonia, dove lo inseguirono Marco Antonio e il giovane Ottaviano. Una notte apparve a Bruto, nella sua tenda, un'ombra gigantesca che gli disse: "Io sono il tuo cattivo genio, o Bruto, e mi rivedrai dopo Filippi". Arditamente, Bruto replicò che non sarebbe mancato all'appuntamento, e l'ombra disparve. Proprio nella piana di Filippi, presso Cavalla, sull'Egeo, gli eserciti rivali si affrontarono, nel 42 a.C., per la battaglia decisiva. I primi scontri volsero a favore di Bruto, ma per la seconda volta il gigante riapparve, muto, all'assassino di Cesare. L'indomani si riaccese la mischia, che si concluse con la disfatta dei repubblicani e col suicidio di Bruto. 2.NCE VONNO CAZZE 'E VATECARE PE FFÀ FIGLIE CARRETTIERE Letteralmente: occorrono membri da vetturali per generare figli carrettieri Id est: per ottenere i risultati sperati occorre partire da adeguate premesse; addirittura nella locuzione si adombra quasi la certezza che taluni risultati non possano essere raggiunti che per via genetica, quasi che ad esempio il mestiere di carrettiere non si possa imparare se non si abbia un genitore vetturale di bestie da soma... Vatecare s.m. pl. di vatecaro= vetturale, carrettiere che trasporta merci, che guida bestie da soma; quanto all’etimo è un denominale dell’agg.vo lat. viaticus=relativo al viaggio 3.NCE VONNO ‘E CQUATTO LASTE I 'O LAMPARULO. Letteralmente: occorono i quattro vetri laterali ed il reggimoccolo. Id est: il lavoro compiuto è del tutto inutilizzabile in quanto palesamente incompleto e non fatto a regola d'arte; quello della locuzione è una lanterna ultimata in modo raffazzonato al punto che mancano elementi essenziali alla sua funzionalità. La locuzione viene perciò usata nei confronti di chi, ingiustificatamente, si gloria di aver fatto un eccellente lavoro, laddove ad un attento controllo esso risulta vistosamente carente . 4.'NCOPP' Ô MUORTO SE CANTA 'O MISERERE. Letteralmente: sul morto si piange il miserere Id est: non bisogna precorrere i tempi, in ispece quelli delle lamentazioni che allora son lecite quando ci si trovi davanti al fatto compiuto di un danno patito, mai prima. 5.NÈ FFEMMENA, NÈ TTELA A LLUME DE CANNELA. Letteralmente: Né donne, né tessuti alla luce artificiale. Id est: la luce artificiale può nascondere parecchi difetti, che - invece - alla luce del sole - vengono in risalto e ciò vale sia per la consistenza dei tessuti, sia - a maggior ragione - per la bellezza muliebre. BRAK

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