lunedì 6 febbraio 2017

VARIE 17/150

1.FOSSE ‘ANGIULO ‘A VOCCA TOJA! Ad litteram: sia di angelo la tua bocca Locuzione che viene usata con un sostrato scaramantico ottativo, quando - fatti segno di un augurio - ci si augura altresí che quanto profferito si realizzi certamente e a breve tenendo la bocca di colui che ci à fatto l’augurio come bocca di veritiero messaggero ( ciò etimologicamente significa il termine angiolo) per cui - ritenuto proveniente da bocca di autentico messaggero - ciò che ci viene augurato si è certi che si realizzerà concretamente o - almeno - lo si spera . 2.FRIJENNO, MAGNANNO. Letteralmente: friggendo e mangiando. L'uso, tutto napoletano, di mettere in fila due gerundi, senza un apparente modo finito reggente, sta ad indicare che le due azioni debbono essere eseguite quasi contemporaneamente, senza soluzione di continuità, e - nella fattispecie - il cibo una volta fritto deve essere subito consumato, senza indugio, con immediatezza e rapidità. Il cibo, sottinteso nella locuzione, è rappresentato dalle famosissime paste cresciute, dai tittoli, dai fiori di zucca in pastella e da tutte quelle numerose verdure, fette di ricotta, uova sode, animelle etc. che concorrono a formare quello che erroneamente si dice fritto all'italiana e che sarebbe piú consono dire fritto alla napoletana, giacchè in Napoli fu ideato questo tipo di preparazione culinaria da consumarsi velocemente all'impiedi davanti ai banchi delle friggitorie (antenate delle moderne pizzerie) esercizi dove detto fritto veniva preparato ed offerto seduta stante all'avventore anche frettoloso. 3.FRIJERE ‘O PESCE CU LL’ACQUA. Ad litteram: friggere il pesce con l’acqua; locuzione usata per significare situazioni di così marcata indigenza da non potersi permettere l’uso dell’olio per friggere il pesce e doversi accontentare dell’acqua per compiere l’operazione con risultati evidentemente miseri, non essendo chiaramente l’acqua l’elemento adatto alla frittura; per traslato la locuzione è usata per significare qualsiasi situazione in cui predomini l’indigenza se non l’inopia pi ú marcata. 4.FURIA FRANGESE E RRETIRATA SPAGNOLA! Impetuosità francese e ritirata spagnola! Lo si dice di tutte le cose fatte con eccessiva veemenza e/o premura; l’espressione la si riferisce a chi tenga atteggiamenti comportanti pressappochismo, approssimazione, faciloneria, superficialità; va da sé che le azioni di costoro son destinate all’insuccesso o implicano un grave, ma inconferente dispendio d’energie. La locuzione molto datata (metà del XVI sec.) prende a divertito modello due consueti atteggiamenti, l’uno (attacchi forsennati, furiosi e spesso scriteriati) dell’esercito francese, l’altro (ritirate repentine, impreviste, inaspettate lasciandosi alle spalle terra bruciata) dell’esercito spagnolo. Da questa consuetudine iberica nacque anche l’espressione 5.FUTTETENNE! Letteralmente: Infischiatene, non dar peso, lascia correre, non porvi attenzione. E' il pressante invito a lasciar correre dato a chi si sta adontando o si sta preoccupando eccessivamente per quanto malevolmente si stia dicendo sul suo conto o si stia operando a suo danno. Tale icastico invito fu scritto dai napoletani su parecchi muri cittadini nel 1969 allorché il santo patrono della città, san Gennaro, venne privato dalla Chiesa di Roma della obbligatorietà della "memoria" il 19 settembre con messa propria. I napoletani ritennero la cosa un declassamento del loro santo e allora scrissero sui muri cittadini: SAN GENNA' FUTTETENNE! Volevano lasciare intendere che essi, i napoletani, non si sarebbero dimenticati del santo quali che fossero stati i dettami di Roma. BRAK

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