domenica 19 febbraio 2017

VARIE 17/215

1.PARLÀ A SPACCASTRÓMMOLE Ad litteram: parlare a spaccatrottole id est: esprimersi in maniera concitata, a ruota libera senza nesso o senso, quasi alla maniera dei matti, con la medesima sconclusionata foga d’eloquio di quei scugnizzi (monelli) che nel giuoco dello strummolo (trottolina lignea) quando avessero l’opportunità di sbreccare o addirittuta di spaccare la trottolina dell’avversario perdente si esaltavano al punto da profferire emozionate parole convulse e prive di senso buttate fuori a casaccio. a spaccastrommole locuzione avverbiale modale formata dalla unione della preposizione semplice a ( dal lat. ab/ad secondo che indichi provenienza oppure destinazione o , come qui, modo) con l’agglutinazione della voce verbale spacca (3° p. sg. ind. pres. dell’infinito spaccare/spaccà (dal longob. *spahhan 'fendere') con strommole pl. f,le metafonetico del sg. m.le strummolo. 2.PARLÀ A VVIENETENNE Letteralmente: parlare a vienitene. Id est: parlare in maniera astrusa, quasi priva di nesso e perciò incomprensibile invitando se non costringendo ad un dipresso l’interlocutore a seguire chi parla, per tentare di capirne l’eloquio, per vie ignote e/o impraticabili. Come a dire: se vuoi capire ciò che dico, mi devi star dietro, pedinare, tallonare. 3.PARLÀ ASSESTATO Ad litteram: parlare con cura e precisione,esponendo in maniera chiara responsabile, affidabile, scrupolosa, coscienziosa. Détto di chi, si esprima in modo serio e costruttivo, dimostrando accuratezza, cura, attenzione, meticolosità, diligenza, scrupolosità, ordine, rigore,nonché il raziocinio d’ una mente concretamente in sesto. 4.PARLÀ CHIATTO E TTUNNO Corrisponde all’italiano Parlar chiaro e tondo È l’esatto contrario della precedente I - Parlà mazzecato. Ad litteram questa a margine è: parlare grasso e tondo,ma si può rendere con l’italiano parlar chiaro e tondo, quantunque l’espressione napoletana nella sua icasticità sia piú rappresentativa del concetto di profferir parole copiose (chiatto=grasso, abbondante ) e rotonde (tunno= tondo, rotondo, anche sferico, privo di spigolosità) id est parlare senza reticenze; esprimersi senza incertezze, con chiarezza e dovizia di particolari, senza nulla sottacere, usando un eloquio aperto, ampio e rotondo che in napoletano è détto grasso come che ponderoso e privo di spigolosità che se esistessero impedirebbero la necessarie trasparenza e/o chiarezza che son proprie di un parlare chiaro e tondo che cioè non voglia nasconder nulla. Chiatto e ttunno = copioso, abbondante e rotondo locuzione avverbiale formato dall’unione di due aggettivi: chiatto/a agg.vo m.le o f.le= pingue, grasso/a e dunque copioso/a, abbondante Voce che è dal greco plat(s) con raddoppiamento espressivo della dentale e consueto passaggio (che è anche in lemmi dal latino) del gruppo pl a chi (cfr. ad es. plu(s)→chiú – plumbeu(m)→chiummo – plaga→chiaja etc.) e tunno/a agg.vo m.le o f.le= tondo/a, rotondo/a, sferico/a e dunque senza spigoli o asperità Voce che è dal lat. (ro)tundu(m)→tunno con tipica assimilazione progressiva nd→nn. 5.PARLÀ COMME A ‘NU LIBBRO STRACCIATO. Ad litteram: parlare come un libro strappato id est: esprimersi in maniera incomprensibile, frammentaria, approssimativa e perciò inutile, come inutile sarebbe il consultare un libro che strappato e ridotto in pezzi non sarebbe nè consultabile, né comprensibile. BRAK

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