mercoledì 15 febbraio 2017

VARIE 17/195

1.'O CUONCIO ACCONCIA. Ad litteram: il condimento aggiusta. Id est: basta un buon condimento per migliorare le pietanze meno appetitose. Per traslato: ogni cosa diviene bene accetta se è presentata bene o agghindata con grazia. 2.'O RIAVULO, QUANNO È VVIECCHIO, SE FA MONACO CAPPUCCINO. Ad litteram: il diavolo diventato vecchio si fa monaco cappuccino. Id est: spesso chi hà vissuto una vita dissoluta e peccaminosa, giunto alla vecchiaia, cerca di riconciliarsi con Dio nella speranza di salvarsi l'anima in extremis. 3.'O DELÓRE È DDE CHI 'O SENTE, NO 'E CHI PASSA E TTÈNE MENTE. Letteralmente: il dolore è di chi lo avverte, non di coloro che assistono alle manifestazioni del dolente.Id est: per aver esatta contezza di un quid qualsiasi - in ispecie di un dolore - occorre riferirsi a chi prova sulla propria pelle quel dolore, non riferirsi al parere, spesso gratuito e non supportato da alcuna pratica esperienza, degli astanti che - per solito - o si limitano ad una fugace commiserazione del dolente , o - peggio! - affermano che chi si duole lo fa esagerando le ragioni del proprio dolere. 4.'O FATTO D''E QUATTO SURDE. Letteralmente: il racconto dei quattro sordi. Il raccontino che qui di seguito si narra, adombra il dramma della incomunicabilità e la locuzione in epigrafe viene pronunciata a Napoli a sapido commento in una situazione nella quale non ci si riesca a capire alla stregua di quei quattro sordi che viaggiatori del medesimo treno, giunti ad una stazione, cosí dialogarono: Il primo: “Scusate simmo arrivate a nNapule?” (Scusate, siamo giunti a Napoli?) Il secondo: “Nonzignore, cca è nNapule!”(Nossignore, qua è Napoli!) Il terzo: “I' me penzavo ca stevamo a nNapule” (Io credevo che stessimo a Napoli). Il quarto concluse: “Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?” (Per cortesia, quando saremo a Napoli, mi terrete informato?). 5.'O FFRUSCIARSE FA BBENE Â SALUTA. Ad litteram: l’illudersi (vantandosi), giova alla salute.Oppure: Il divertirsi giova alla salute. Ennesima eloquente, icastica locuzione da intendersi in due significati correlativamente al significato attribuito al verbo frusciarsi che valse un tempo illudersi, pavoneggiandosi e vantandosi,e piú modernamente: divertirsi; nella prima accezione la locuzione afferma, desumendolo dalla disincantata ossevazione della realtà, che chiunque è convinto della giustezza e del buon diritto in ordine al quanto affermi o operi ed addirittura se ne vanti, anche quando giustezza e/o buon diritto non siano supportati da un riscontro palese, trae giovamento per la sua salute se non fisica, certamente mentale; uguale giovamento per la salute mentale si può ottenere da un sano divertimento; quanto al verbo frusciarse [forma riflessiva di frusciare/ fruscià che à un etimo nel basso latino frustiare usato per significare fare in pezzi, sciupare, consumare] nei significati estensivi di vantarsi, gloriarsi, pavoneggiarsi deve collegarsi [con un po’ di fatica in quanto la strada semantica da percorrere è impervia], al significato primo del riflessivo che è affaccendarsi in qlc.reiterando l’azione e facendo mostra del proprio impegno. BRAK

Nessun commento: