domenica 26 febbraio 2017

VARIE 17/250

1.SFILÀ 'A CURONA Ad litteram: sfilare la corona Id est: dar la stura ad una lunga sequela di ingurie e contumelie dirette a chi se le meriti, ingiurie reiteratamente ripetitive quasi alla stregua di grani di una corona che però per la verità, viene usata per reiterare preghiere e non contumelie. La reiterazione delle ingiurie è tanto lunga e violenta da determinare lo sfilarsi dei grani dell’ipotetica corona usata per contare le contumelie. 2.SFRUCULIÀ 'A MAZZARELLA 'E SAN GIUSEPPE Ad litteram: sbreccare il bastoncino di san Giuseppe id est: annoiare, infastidire, tediare qualcuno molestandolo con continuità asfissiante. La locuzione si riferisce ad un'espressione che la leggenda vuole affiorasse, a mo' di avvertimento, sulle labbra di un servitore veneto posto a guardia di un bastone ligneo ceduto da alcuni lestofanti al credulone tenore Nicola Grimaldi (1700 ca), come appartenuto al santo padre putativo di Gesù. Il settecentesco celeberrimo tenore il 1° agosto del 1713 rientrò a Napoli da Venezia - dove aveva trionfato a “La Fenice” - convinto di recare con sé l’autentico bastone (la mazzarella) al quale San Giuseppe si era sostenuto nell’accompagnare la Madonna alla Grotta di Betlemme e che (stando almeno a quanto fa intendere Annibale Ruccello) si favoleggiava fosse efficace strumento per scacciare il Maligno dal corpo degli indemoniati. Espose dunque, in una nicchia ricavata nel salotto del suo palazzo (palazzo Cuomo) alla Riviera di Chiaia, il bastone e vi pose a guardia un suo servitore veneto con il compito di rammentare ai visitatori di non sottrarre, a mo' di sacre reliquie, minuti pezzetti (frecule) della verga, insomma di non sfregolarla o sfruculià. Come si intende il verbo a margine è dunque un denominale che partendo dal s.vo latino frecula (pezzettino) addizionata in posizione protetica di una esse (distrattiva) è approdato a sfruculià/sfreculià passando attraverso una s (intensiva)+ il lat. volg. *friculiare=sfregare dolcemente, ma insistentemente fino a sbreccare in tutto o in parte l’oggetto dello sfregamento; chiaro ed intuitivo il traslato semantico da sfregare/sbreccare e l’infastidire. Normalmente, a mo' di ammonimento, la locuzione è usata come imperativo preceduta da un corposo NON. 3.SFRUCULIÀ 'O PASTICCIOTTO Ad litteram: sbreccare il dolcino. Id est: annoiare, infastire, molestare qualcuno; locuzione di valenza simile alla precedente, usata anch'essa in tono imperativo preceduta da un canonico NON. Qui, in Luogo della mazzarella, l'oggetto fatto segno di figurate sbreccature è un ipotetico pasticcino, chiaramente usato eufemisticamente al posto di un intuibilissimo sito anatomico maschile. 4.SGUMMÀ/SCUMMÀ 'E SANGO Ad litteram: far perdere la gomma al sangue. Id est: percuotere tanto violentemente qualcuno e segnatamente colpirlo sul volto fino a fargli copiosamente emettere dalle fosse nasali fiotti di sangue divenuto a seguito delle percosse cosí fluido da scorrere liberamente quasi avesse perduto la gomma o l’ipotetico collante che ne determinano la naturale vischiosità perduta a sèguito delle percosse. 5.SÎ ‘NA BBONA SCORZA ‘E CASO MULLESO Sei una grossa scorza di formaggio molle Icastica divertita espressione dalla doppia valenza: a) la si usa in senso antifrastico ed ironico in riferimento a chi sia tanto taccagno ed avaro da non lasciare scalfire neppure la buccia delle proprie sostanze; ò parlato di senso ironico ed antifrastico poi che si sa che i formaggi molli ànno tutti una scorza abbastanza tenera tale da potersi scalfire persino con un’unghia, laddove le sostanze dell’avaro ànno una scorza (protezione) ben piú spessa e dura che non quella tenera d’un formaggio molle. b) usata in senso piú diretto e semanticamente esatto in riferimento a chi sia cosí ammantato di falsità e doppiezza, slealtà, ambiguità che però inutilmente riesce a mascherare atteso che la sua scorza figurata è cosí di poca consistenza da lasciar scorgere facilmente quale sia il suo vero sostrato di individuo finto, ipocrita, inattendibile, infido; delle due valenze, quella che trovo piú confacente alla semantica dell’espressione, è chiaramente quella sub b). BRAK

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