martedì 7 febbraio 2017

VARIE 17/157

1.JÍ A LLICCHETTO oppure JÍ ALLICCHETTO o anche JÍ A CCIAMMIELLO Letteralmente: andare alla perfezione; locuzione riferita a tutte quelle cose che evolvono positivamente, quasi perfettamente con riferimento al loro stato di tenuta richiamante quello di un valido lucchetto, oppure con riferimento al riuscito stato di forma che richiama una ben costrutta ciambella.Da notare come l’espressione a licchetto si sia fusa in allicchetto trasformandosi in un avverbio modale. 2.JÍ ASCIANNO CHELLO CA PISCIA ‘A QUAGLIA Ad litteram: Andare in cerca, desiderare, agognare (solo) ciò che minga la quaglia. Ma va da sé che la ricerca o il bisogno, il desiderio, la brama, la cupidigia, la smania, lo struggimento, la bramosia di cui sia accreditato il protagonista dell’espressione non siano quelli che mirano al conseguimento degli escrementi liquidi di una quaglia. L’espressione, nel suo sotteso autentico significato traslato vale infatti: Andare in cerca, desiderare, agognare (solo) quanto di meglio o di piú ricercato e/o raro ci sia e ciò in riferimento al fatto che il il protagonista dell’espressione, quello cioè che va in cerca, desidera, agogna ciò che minge la quaglia è inteso incontentabile, pretenzioso, inappagabile. La faccenda semanticamente si spiega tenendo presente che la quaglia è un uccello migratore diffuso nelle regioni temperate, cacciato e/o allevato per le sue carni prelibate, ma di dimensioni veramente piccole di talché anche le sue deiezioni solide o liquide sono veramente parva res tanto da poterle ritenere scarse, sporadiche quasi rare accostabili per ciò ai desideri dell’ incontentabile che va alla ricerca di beni di consumo o in generale di prodotti pregiatissimi, ricercati,straordinari, rari in quanto esigui e perciò di prezzo anche esorbitante e talora addirittura ingiustificato stante il rapporto prezzo qualità, insomma proprio chello ca piscia ‘a quaglia! 3.JÍ ASCIANNO COCCOSA Ad litteram: andare alla ricerca di qualcosa, ma farlo con intensa applicazione comportandosi quasi come un cane che annusi per trovare la traccia cercata; il termine asciare della locuzione deriva infatti dal latino adflare (annusare) con il tipico esito partenopeo del digramma FL in SCI come per il latino flore-m diventato sciore in napoletano, o come flatu-m→sciato, fLLUmen→sciummo – flaccare→sciaccà etc. 4.JÍ ASCIANNO PAGLIA PE CCIENTO CAVALLE Volere paglia per cento cavalli Id est Accampare pretese enormi, fare richieste esorbitanti che con tutta probabilità non potranno mai essere soddisfatte; Espressione di contrarietà estrema riferita a commento del comportamento di persone esose, avide, ingorde quando non voraci o insaziabili; l’espressione è usata a fronte di una richiesta evidentemente spropositata ; l’origine di détta locuzione risale a diversi secoli addietro, quando il possesso di un cavallo era simbolo di notevole abbienza economica, sia per il costo dell’animale che per la dispendiosità delle quotidiane cure che il quadrupede necessitava ; va da sé ed è evidentissimo quindi che, se già il mantenimento di un solo cavallo era un onere che pochissimi potevano affrontare, pensare di mantenerne cento era assolutamente impensabile, tanto elevato era il patrimonio che sarebbe necessitato, ed ancóra piú impensabile il fare richiesta a terzi di procurare gratuitamente la paglia bastevole a cento bestie. Ovviamente l’espressione è usata estensivamente in tutti i casi di richieste spropositate, esagerate, sproporzionate, smisurate che con tutta probabilità non potranno mai essere soddisfatte. 5.JÍ CASCIA E TTURNÀ BAUGLIO Per ambedue: Attivarsi a qualcosa, ma non addivenire a nulla!Ad litteram: Jí cascia e turnà bauglio: Andar cassa e tornare baúle id est: non approdare a nulla di concretamente apprezzabile; détto iperbolicamente di chi partito quale cassa (mero contenitore) ne ritornasse, senza veri risultati, ma con il solo nome mutato; il bauglio è comunque nulla di piú che un semplice contenitore ad un dipresso simile, se non uguale ad una cassa! BRAK

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