1.PARÉ 'O DIAVULO E LL'ACQUASANTA
Ad litteram: Sembrare il diavolo e l’acqua lustrale. Détto
in riferimento a due individui l’uno (quello adombrato quale acquasanta)
d’indole onesta, giusta, virtuosa, dabbene e proba, l’altro (inteso diavolo)
d’indole cattiva se non pessima, malvagia, perfida, maligna,empia, crudele,
sadica, turpe, spietata etc., di caratteri cioè cosí tanto contrastanti da
essere addirittura antitetici ed incompatibili tali da risultare in perenne
contrasto attesa la incociliabilità dei rispettivi intendimenti operativi ed i
conseguenziali modi di agire.
diavulo s.vo m.le =
diavolo, demonio, spirito del male, nemico di Dio e degli uomini, personificato
in Satana, principe delle tenebre, identificato anche con Lucifero, capo degli
angeli ribelli, variamente rappresentato in figura umana con corna, coda e
talvolta ali. è voce che viene da un tardo latino diabōlu(m)→diavulo, dal gr.
diábolos, propr. 'calunniatore', deriv. di diabállein 'disunire, mettere male,
calunniare'
acquasanta s. f. acqua benedetta per uso liturgico, acqua
lustrale, purificatoria; la voce è formata agglutinando il s.vo acqua (dal lat.
aqua(m)) con l’agg.vo santa (dal lat. sancta(m), propr. part. pass.f.le di
sancire 'sancire').
2.PARÉ 'O MARCHESE D''O MANDRACCHIO.
Letteralmente: sembrare il marchese del Mandracchio. Id est:
Tentare di darsi le arie di persona dabbene ed essere in realtà di tutt'altra
pasta. La locuzione, che viene usata per bollare un personaggio volgare ed
ignorante che si dia delle arie, millantando un migliore ascendente sociale di
nascita, si incentra sul termine Mandracchio che non è il nome di una tenuta,
ma indica solo la zona a ridosso del porto(dallo spagnolo mandrache:
darsena)frequentata da marinai, facchini e scaricatori che non usavano di certo
buone maniere ed il cui linguaggio non era certo forbito o corretto.
3.PARÉ 'O PASTORE D''A MERAVIGLIA.
Letteralmente: sembrare un pastore della meraviglia Id est:
avere l'aria imbambolata, incerta, statica ed irresoluta quale quella di
certuni pastori del presepe napoletano settecentesco raffiguratiin pose stupite
ed incantate per il prodigio cui stavano assistendo; tali figurine in
terracotta il popolo napoletano suole chiamarle appunto pasture d''a
meraviglia, traducendo quasi alla lettera l'evangelista LuCA che scrisse:
pastores mirati sunt.
4.PARÉ 'O VOCCAPIERTO ‘E SAN GIUVANNE
Letteralmente: sembrare il bocca-spalancata di San Giovanni.
Id est: avere l'aria attonita stupita, allibita, meravigliata,tal quale i
mascheroni apotropaici (con occhi spiritati e bocca spalancata) che ornavano
una villa fatta edeficare nel 1535 da Bernardino Martirano, segretario del
regno ( Cosenza
1490,† Portici (NA) 1548) in contrada Leucopreta adiacente
il quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio; l’espressione viene
altresí, sebbene impropriamente, riferita a tutti coloro che siano pettegoli e
linguacciuti al segno di tener sempre la bocca aperta per riferire fatti ed
avvenimenti che, per altro, non li riguardano e non sarebbero perciò tenuti a
propalare. Qualcuno erroneamente (come si evince da ciò che ò già detto) pensa
che la locuzione si riferisca agli abitanti di san Giovanni a Teduccio, zona
periferica di Napoli, abitanti ritenuti ( però gratuitamente ), linguacciuti e
pettegoli
5.PARE PASCALE PASSAGUAJE.
Letteralmente: sembra Pasquale passaguai. Cosí
sarcasticamente viene appellato chi si va reiteratamente lamentando di
innumerevoli guai che gli occorrono, di sciagure che - a suo dire, ma non si sa
quanto veridicamente - si abbattono su di lui rendendogli la vita un calvario
di cui lamentarsi, compiangendosi, con tutti. Il Pasquale richiamato nella
locuzione fu un tal Pasquale Barilotto lamentoso personaggio di farse
pulcinellesche del teatro di A. Petito.
BRAK
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