1.PIGLIARSE 'NA PELLA
Id est: predersi una pelle, stonarsi di sesso. Nella
fattispecie infatti non si fa riferimento ad una sbornia conseguente ad una
lauta assunzione di vino o alcolici, ma allo stato di alterazione e confusione
per abuso di pratiche sessuali; rammento infatti che con il termine pella[s.vo
f.le dall’iberico pella, adattamento del lat. pelle-m = pelle, sbornia
amorosa], nell’idioma napoletano non ci
si riferisce escsivamente allo strato di rivestimento esterno del corpo
dell'uomo, o alla buccia ,alla cute o alla scorza, al derma,all’epidermide.ma
anche per metinomia ad una donna di facili costumi, come rammentato
nell’icastica espressione: essere ‘na bbona pella p’’o lietto seu: essere una
buona pelle (utile) a letto; espressione usata per riferirsi ad un’ottima
meretrice. Si tratta di antichissima espressione risalente addirittura
all’antichità latina allorché con il termine scortum ci si riferiva sia alla
pelle anatomica propriamente détta che alla meretrice semanticamente raccostati
perché la meretrice fa ampia esposizione della propria pelle.
2.PIGLIARSE 'NA PERUCCA
Ad litteram vale:
prendersi una parrucca, indossarla seu: prendersi una sbornia con conseguente
probabile sbandamento tale da comportare una caduta con interessamento di
ferita alla testa e necessità di dover ricorrere ad indossare una parrucca per
nasconderla; In ogni caso, in napoletano
il sostantivo perucca [s.vo f.le dall’iberico peluca = parrucca] indica
sia la parrucca propriamente détta, insistente sulla testa che una sbornia che dà alla testa!
3.PIGLIARSE 'NA SCIGNA
Ad litteram:
prendersi una scimmia; id est: arrabbiarsi, adontarsi,ubbriacarsi,
incollerirsi, ma anche intestardirsi comportandosi caparbiamente ed
irrazionalmente tal quale chi è preda dell'ubbriacatura in napoletano resa con
la parola scigna non dissimilmente dal latino simia che nel linguaggio popolare
indicava sia l'ubbriachezza che la collera.
Rammento, qui di sèguito, che sempre nel significato di
ubbriacarsi può usarsi l’ espressione riflessiva
4.PIGLIARSE 'NU RANCIO
[ s.vo m.le dal tardo lat. cancrus per il classico
cancer=granchio, crostaceo edibile] che ad litteram vale: prendersi un granchio
seu 1) in primis errare, sbagliare atteso che, nell’inteso comune, l’andatura
obliquia del crostaceo è figurazione di di un modo erroneo di procedere e
perciò, piú in generale, di errori e di sbagli; 2) per ampliamento semantico
come nel caso che ci occupa prendersi una sbornia tale da ridursi ad assumere
l’aria di chi che patisce di accessi di pazzia ricorrenti con le fasi lunari,
atteso che secondo una credenza comune il fatto che il carapace dei crostacei
sia pieno o vuoto è da collegarsi al crescere o al decrescere delle fasi
lunari;
5.PIGLIARSE 'O SPAVO 'NCERATO
L’espressione che
letteralmente si traduce prendersi lo spago impeciato significa: prendersi un
gran fastidio, impegnandosi in un'azione lunga noiosa e quindi fastidiosa.
L'espressione è
mutuata dal lavoro del calzolaio che quando deve unire, cucendola, una suola o
un tomaio deve fare uso di uno spago che, perchè sia piú resistente, viene
prima attentamente impeciato ('ncerato), operazione lunga, noiosa e fastidiosa.
spavo s.vo neutro =
spago, funicella sottile formata da due o piú capi ritorti: ’nu gliommero ‘e
spavo (un gomitolo di spago); attaccà ‘nu pacco cu ‘o spavo(legare un pacco con
lo spago) | il filo ritorto e poi impeciato usato dai calzolai: tirà ‘o
spavo(tirare lo spago) = fare il calzolaio | dà spavo a quaccuno(dare spago a
qualcuno), (fig. fam.) incoraggiarlo con il proprio atteggiamento a parlare
liberamente o a prendersi confidenze. L’etimo della voce napoletana è dal lat.
spacu(m) con tipico passaggio delle occlusive velari sorde c(a/o/u)- g(a/o/u) a
v o viceversa; cfr. ad es. gallo/gallina→vallo/vallina, oppure volpe→golpe
gunnella→vunnella conchula→vongola etc.
‘ncerato p. pass. agg.vato dell’infinito ‘ncerà= incerare,
ma nella fattispecie impeciare; etimologicamente derivato dal Dal lat. tardo
incerare, comp. di in-illativo e cerare, deriv. di círa 'cera'.
BRAK
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