1.VÈNE, APPIZZA 'O CULO E SSE NE VA 'O MMUNNEZZARO
Letteralmente: Lo spazzino viene,si accovaccia e va
via.Détto risentitamente di chi è abituato a non compiere mai per intiero il
proprio dovere come uno spazzino che venuto per raccogliere le immondizie, si
limiti ad accovacciarsi per prelevare il secchio che le contenga, lo vuoti in
un gran sacco di juta atto al prelievo e tiri via senza curarsi se
nell’operazione si sia imbrattato anche parzialmente il pavimento. Espressione
ormai desueta e superata atteso che sono decenni che non esiste piú la raccolta
delle immondizie uscio per uscio, ma ogni famiglia pur pagando una congrua
tassa per la raccolta dei rifiuti urbani, deve approntare uno o piú sacchetti
dei propri rifiuti e depositarli in istrada in grandi contenitori metallici
augurandosi che poi nottetempo la ditta deputata al ritiro ed al trasferimento
alle discariche e/o termovalorizzatori lo faccia per davvero.
Vène voce verbale (3ª pers. sg.ind. pr.)dell’infinito vení
=venire, giungere, sopraggiungere, comparire, spuntare, piombare ed in senso
furbesco godere; etimologicamente il termine venire è dal lat. veníre ; preciso
che la voce a margine va pronunciata con la è aperta, atteso che pronunciata
con la é chiusa significherebbe tutt’altro essendo véne il pl. di véna vaso o
canale membranoso che porta il sangue dalla periferia al cuore; per estens.,
vaso sanguigno in genere; con etimo dal lat. vína(m).
2.VENÍ A MMENTE
Ad litteram: venire in mente; id est: rammentarsi di
qualcosa, richiamarlo alla mente; da notare che nel modo di dire napoletano si
usa il verbo di moto: venire, quasi che ciò che torna alla memoria debba
spostarsi da un ipotetico mondo delle idee per riportarsi nella mente di
qualcuno, mente che aveva precedentemente abbandonato.
3.VENÍ ARMATO 'E PIETRA POMMECE, CUGLIE CUGLIE E FIERRE 'E CAZETTE.
Letteralmente: giungere munito di pietra pomice, aghi
sottili e ferri(piú doppi)da calze ossia di tutto il necessario ed occorrente
per portare a termine qualsivoglia operazione cui si sia stati chiamati. Id
est: esser pronti alla bisogna, essere in condizione di attendere al richiesto
in quanto armati non solo degli strumenti adatti, ma anche di loro utili
succedanei.
4.VENÍ FRISCO E DDÂ GROTTA.
Ad litteram: giunger fresco e dalla grotta; locuzione atta a
sottolineare situazioni in cui un soggetto
avrebbe dovuto concorrere alla realizzazione di un progetto ed invece se ne è a lungo disinteressato, per
presentarsi a reclamare il proprio utile a giuochi fatti, quando le asperità
sono state affrontate e livellate da altri. L'immagine della locuzione ripete
quella del cocomero che arriva in tavola solo a fine pasto dopo essere stato
tenuto al fresco artificiale del ghiaccio o a quello naturale d'una cantina.
5.VENÍ FRISCO FRISCO
Ad litteram: giungere fresco fresco; detto di chi con
tranquilla faccia tosta si presenti ed entri nel merito di un accadimento già
da gran tempo avviato ed in corso e senza dimostrare di essersi impegnato per
parteciparvi o di avere conclamate capacità organizzative o risolutive, voglia
imporre il proprio punto di vista a dispetto di quanti stiano da gran tempo e
con grande impegno lavorando al progetto de quo.
BRAK
Nessun commento:
Posta un commento