1.TENÉ 'O FFRÀCETO 'NCUORPO
Ad litteram: avere il fradicio in corpo id est: portarsi
dentro, tentando di non appalesarle, ingenti carenze intellettive o morali, o -
piú spesso - pessime inclinazioni; va da sé che ci sia poco da fidarsi di chi
abbia tali carenze o inclinazioni.
2.TENÉ 'O PIZZO SANO MA 'A SCELLA ROTTA
Ad litteram: avere il becco integro ma l'ala rotta Détto
ironicamente di chi sia sempre pronto a prendere, ma accampi scuse per esimersi
dal dare. Al di là del significato traslato, la locuzione si riferisce in
primis a chi sia sempre pronto a mangiare ma sia restío a lavorare adducendo il
pretesto di avere un arto fuori uso.
3.TENÉ STAMPATO ‘NCUORPO nell’espressione: TE TENGO STAMPATO
‘NCUORPO!
Letteralmente Avere stampato nel corpo, nell’espressione: Ti
porto stampato nel corpo! Détto iperbolicamente di cosa o piú spesso persona
conosciuta quasi alla perfezione come se la cosa o persona di cui si parla
fósse stata ricavata per calco sul/nel corpo di colui sulla cui bocca si coglie
l’espressione in esame.Altrove per esprimere ad un dipresso il medesimo
concetto s’usa affermare sempre per iperbole: Te saccio pile pile che ad
litteram è: Ti conosco pelo per pelo; id est: Di te non mi è ignoto nulla, mi
sei ben noto, conosco perfino il numero dei tuoi peli e non mi potrai
sorprendere mai.Ancóra alibi sempre per esprimere ad un dipresso il medesimo
concetto, ma in senso positivo s’usa dire: Te saccio comme a sette denaro
appaiando alla piú importante,rilevante ed appetita carta del giuoco della scopa,
un individuo che goda, nel bene, di vasta, significativa notorietà. Ed infine
sempre per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto, ma questa volta in
senso negativo s’usa dire: Sî ccarta canusciuta che ad litteram è: Sei una
carta ben nota, carta conosciuta; id est: Godi di pessima fama,ma non mi
sorprenderai, sei facilmente riconoscibile, ogni tua azione è sempre
ravvisabile, come lo è la carta segnata da un baro.
4.TENÉ TIÉRMENE E CCRIANZA
Ad litteram: Avere parole (consone) e buona educazione. Id
est: Nei rapporti interpersonali bisogna sempre usare un linguaggio improntato
alla buona educazione, alla urbanità soprattutto quando colui/colei con cui ci
si confronti sia persona meritevole, per il suo status,di rispetto,
dideferenza, d’ossequio, di riguardo, di compitezza, di gentilezza.
L’espressione viene spesso usata, coniugata all’imperativo, a mo’ di
ammonimento rivolto dagli adulti ai minori per metterli sull’avviso di non
usare nei confronti dei superiori un linguaggio men che corretto deferente,
rispettoso, un linguaggio che sia privo di maleducazione, scortesia, inciviltà,
villania pur se celate. Rammento che in origine l’espressione in esame, nel
medesimo significato si usò nella morfologia: Tené tiérmene ‘e crianza (usare
parole di educazione,di cortesia, di garbo); successivamente nel parlato
popolare della città bassa la preposizione ‘E (di) fu confusa con la
congiunzione E e l’espressione diventò quella riportata a margine con la
necessaria geminazione della consonante iniziale di crianza e venne usata come
Tené tiérmene e ccrianza mantenendo inalterato il senso dell’espressione.
5.TENÉ TUTTE 'E VIZZIE D''A ROSAMARINA.
Ad litteram: avere tutti i vizi del rosmarino. Id est: avere
tutti i difetti possibili, essere cioè così poco affidabile ed utile alla
stregua del rosmarino, l'erba aromatica che serve a molto poco; infatti oltre
che per dare un po' di aroma non serve a nulla: non è buona da ardere, perché
brucia a stento, non fa fuoco, per cui non dà calore, non produce cenere che -
olim - serviva per il bucato, ed accesa, fa solo molto, fastidioso, incoferente
fumo...BRAK
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