1.TENÉ ‘A CIMMA ‘E SCEROCCO
Ad litteram: tenere la sommità dello scirocco Id est: essere
molto nervoso, irascibile, pronto a dare in escandescenze, quasi comportandosi
alla medesima maniera del metereopatico condizionato dal massimo soffio dello
scirocco.
cimma s.vo f.le cima, sommità, la parte piú alta,
l'estremità, la punta, la parte piú prestante o importante di qualcosa. voce
dal lat. cyma(m) 'germoglio', dal gr. kýma 'feto, germoglio'
con raddoppiamento espressivo della consonante nasale
bilabiale (m);
scerocco s.vo m.le 1 vento caldo umido che spira da sud-est,
tipico delle regioni mediterranee,
2 il punto da cui spira questo vento: sud-est;
3 (per traslato come nel caso che ci occupa)nervosismo,
irascibilità, irritabilità, iracondia; voce dal magrebino shuluq→
shuruq→scerocco 'vento di mezzogiorno'.
2.TENÉ ‘A CÓRA ‘E PAGLIA.
Ad litteram: Avere la coda di paglia. Id est Avere un
comportamento tale da indurre i terzi a sospettare di trovarsi ad avere a che
fare con persona che non abbia la la coscienza pulita,in quanto ci si allarmara
alla prima allusione sfavorevole, ci si discolpa senza essere stati accusati,
reagendo con eccessiva ed inusitata velocità o violenza verbale a critiche od
osservazioni, quasi si prenda celermente fuoco", proprio come la paglia.
Si raccontava, in un’antica favola contadina che una giovane volpe fósse caduta
disgraziatamente in una tagliola; pur riuscendo a fuggire, gran parte della
coda le rimase presa e l’animale la cui bellezza stava tutta nella coda si
vergognava di farsi vedere in giro con quell’antiestetico brutto mozzicone. Gli
animali amici che la conoscevano e sapevano del suo disagio ne ebbero pietà e
le costruirono una coda di paglia. Pare che tutti mantenessero il segreto
tranne un galletto che disse la cosa in confidenza a qualcuno e, di confidenza
in confidenza, la cosa fu saputa dai padroni dei pollai, i quali accesero un
po' di fuoco davanti ad ogni stia. La volpe, per paura di bruciarsi la coda,
evitò di avvicinarsi alle stie. Da quel momento si usò dire che avesse la coda
di paglia chiunque,commessa una qualche birbonata, temesse di essere scoperto e
si comportasse guardingamente, come pure si usa dire che abbia la coda di
paglia chiunque ritenga e tema che taluni inusitati atteggiamenti e/o
comportamenti di un suo contrattante siano aqscrivibili a Lui (responsabile di
una qualche malefatta tenuta nascosta e di cui declini la paternità).
3.TENÉ ‘E BBELLIZZE D’ ‘A SCIGNA
Ad litteram: Avere le bellezze di una scimmia; id est:
comportarsi cosí come una scimma. Espressione ironica usata a dileggio di chi
pensi di essere avvenente, ma che in realtà non lo è e tenti, con scarso
successo di imitare chi in realtà lo sia, tentando di copiarne l’incedere o il
proporsi comportandosi ad un dipresso come fa la scimmia (animale affatto
bello) la cui avvenenza e /o simpatia consiste soltanto nel fatto ch’esso tenta
di imitare le movenze dell’uomo.
bellizze s.vo m.le pl. e solo pl. = cose belle, le bellezze,
le qualità di ciò che è bello (ma non in senso morale); il valore estetico
delle cose; voce adattamento al m.le pl. dal lat. volg.neutro pl.inteso prima
f.le e poi m.le bellitia
scigna s.vo f.le sg 1scimmia, nome generico di mammiferi
superiori, per lo piú arboricoli, con quattro o due estremità prensili,
dentatura completa, occhi frontali, arti anteriori piú LLUnghi dei posteriori;
si distinguono in catarrine e platirrine (ord. Primati)
2 (fig.) persona brutta, dispettosa e maligna: è ‘na vera
scigna! | fà ‘a scigna a quaccuno, imitarlo in quello che fa, che dice;
scimmiottarlo | 3 ubriacatura, sbornia: pigliarse ‘na scigna; voce dal lat.
simia→simja, con un consueto passaggio di s+ vocale a sci: (vedi altrove
semum→scemo) e mj→gn (come in ca(m)mjare→cagnà)
4.TENÉ ‘E BBELLIZZE D’ ‘O CIUCCIO
Ad litteram: Avere le bellezze di un asino ; id est: non
avere altra avvenenza che quella della giovinezza. Altra icastica e spressione
ironica usata a dileggio di chi pensi di essere avvenente, ma che in realtà non
lo è; a costui/costei si attribuisce un’unica grazia, quella della gioventú, la
medesima che s’usa attribuire all’asino che (cfr. alibi) essendo animale da
lavoro esprime, in termine di fatica, il meglio di sé soltanto quando è ancóra
giovane e prestante e non ancóra stremato o ridotto a mal partito dal peso
degli anni e dalla fatica (cfr. alibi: ‘o ciuccio ‘e Fechella).
5.TENÉ ‘E PECUNE
Letteralmente si può rendere con: avere, mostrar di avere i
piconi (sorta di punte presenti sulla pelle dei volatili; non esiste un termine
corrispondente nell’italiano); ma
vale: essere ormai o finalmente cresciuto/maturato
mentalmente e/o caratterialmente; lo si dice di solito degli adolescenti che si
mostrino piú maturi di quel che la loro età farebbe sospettare; di per sé ‘o
pecone(che per etimo è un derivato in forma di accrescitivo (cfr. il suff. one)
del francese pique/piqué= punta/tessuto a rilievo) è una sorta di punta che
appare sulla pelle del corpo dei volatili, punta prodromica dello spuntar delle
piume/penne; l’apparire di tali punte dimostra che il volatile non è piú un
giovanissimo impLLUme, ma è cresciuto e fisicamente evoLLUto, pronto ad
affrontar la vita; per similitudine degli adolescenti che siano già o ormai
maturi e si dimostrino scafati e cioè attenti, svegli e smaliziati, si dice che
abbiano ‘e pecune (pl. di pecone), quantunque realmente sulla pella degli
adolescenti non si riscontrino punte simili a quelle dei volatili. A margine
rammento che il termine pecune è usato anche nell’espressione tené ‘e ccarne
pecune pecune che rende l’italiano rabbrividire.
BRAK
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