1.METTERE ’A COPPA
Letteralmente: mettere [a chiacchiere]al di sopra. Détto
sarcasticamente di chi millantatore e vuoto parolaio decanti, ma senza alcun
riscontro pratico, la sua vanagloriosa superiorità nell’àmbito del sapere,
dell’essere o dell’avere sull’universo mondo, sparandola piú grossa
nell’intento di farsi apprezzare per quel che non è.
‘a coppa/ ‘ncoppa
prep. impr. ed avv. di Luogo
come avv.
sopra,su, in Luogo o posizione piú elevata è sagliuto
‘ncoppa(è salito su, sopra)ll’aggiu aspettato ‘ncoppa (l’ò atteso su);
mettimmoce ‘na preta ‘a coppa(mettiamoci una pietra sopra, dimenticare ciò che
è stato; bevimmoce ‘a coppa (beviamoci sopra), per dimenticare qualcosa;
durmirce ‘a coppa(dormirci sopra), lasciar passare tempo per riflettere; anche,
trascurare, rallentare qualcosa
come prep.
1 in posizione piú elevata rispetto ad altro, su (con
riferimento a cose che sono a contatto): ‘o telefono sta ‘ncopp’ â scrivania(il
telefono è sopra (al)la scrivania); posa ‘o libbro ‘ncopp’ô tavulo mio(posa il
libro sopra il (o al) mio tavolo); purtà ‘a cesta‘ncopp’ â capa(portare la
cesta sopra la testa); saglí‘ncopp’ âseggia( salire sopra la(o alla) sedia); |
in usi fig.: sperà ‘ncoppa a quaccuno(sperare su qualcuno): far assegnamento
sopra qualcuno; jucà ncoppa a ‘nu nummero( giocare sopra un numero); t’ ‘o
ggiuro ncoppa a ll’anema ‘e papà (te lo giuro sull’anima di mio padre) giurare
sopra qualcuno, qualcosa, in nome di qualcuno, per qualcosa;
2 con riferimento a cose l'una delle quali ricopre o avvolge
l'altra: stennere ‘o mesale ‘ncopp’â tavula(stendere la tovaglia sopra la
tavola); tené ‘nu maglione ‘ncopp’ê spalle(avere un golf sopra le spalle);
metterse ‘o cappotto ‘a copp’ô tajerre(mettere il cappotto sopra il tailleur)
3 con riferimento a cose messe l'una sull'altra: mettere ‘e
piatte uno ‘ncoppa a ll’ato(mettere i piatti uno sopra l'altro) | in talune
particolari accezioni con riferimento a cose o avvenimenti che si succedono
rapidamente nel tempo o in gran numero: fa diebbete ‘ncopp’ a ddiebbete(fare
debiti sopra debiti); riportare vittoria sopra vittoria; dire spropositi sopra
spropositi; gli accadde una disgrazia sopra l'altra
4 con riferimento a cose che non sono a contatto fra loro:
il ritratto era appeso sopra il caminetto; si costruirà un nuovo ponte sopra la
ferrovia; il colonnello abita sopra di loro; le nuvole si addensavano sopra di
noi | in usi fig.: una minaccia pendeva sopra il suo capo; piangere sopra
qualcuno, qualcosa, dolersi per qualcuno, qualcosa; passar sopra a qualcosa,
non tenerne conto; tornar sopra a qualcosa, riesaminarla; averne fin sopra i
capelli, essere nauseato di qualcosa, aver raggiunto il limite della
sopportazione; sopra pensiero, soprappensiero
5 (fig.) con riferimento a situazioni di superiorità,
dominio, controllo: allargare il proprio dominio sopra tutto il paese; regnare
sopra diversi popoli; non avere nessuno sopra di sé; avere un vantaggio sopra
qualcuno; vegliare sopra i figli
6 con riferimento a cosa che scende dall'alto (anche fig.):
le bombe caddero sopra la casa; la nebbia calò sopra la valle; la
responsabilità ricade sopra di noi; scaricare la colpa sopra qualcuno |
(estens.) contro: gettarsi, scagliarsi sopra qualcuno.
7 nelle immediate vicinanze ma in posizione pi ú elevata: la
casa è sopra la ferrovia; c'è una pineta sopra il mare
8 oltre, pi ú (di un limite): bambini sopra i cinque anni;
la temperatura è sopra lo zero; Roma è a pochi metri sopra il livello del mare
| nelle determinazioni geografiche, pi ú a nord: Bolzano è un po' sopra Trento;
il mar Rosso è sopra il 10ª parallelo | pi ú di (per indicare una preferenza):
amare la famiglia sopra ogni cosa; questo mi interessa sopra tutto
9 intorno a, riguardo a (per indicare materia, argomento):
parlare sopra un tema difficile; mi piacerebbe conoscere il tuo parere sopra quella
questione
10 (ant.) oltre a, in aggiunta a.
11 (ant.) prima di, avanti (in senso temporale): la notte
sopra la domenica, quella che la precede.
12 nella loc. al di sopra di, che à gli stessi
significati di sopra: numeri al di sopra
di cento; essere al di sopra delle parti; un cittadino al di sopra di ogni
sospetto
- agg.vo invar. superiore (anche preceduto da di): ’o rigo
‘e coppa; ‘o piano ‘e coppa( la riga di sopra; il piano di sopra)
s. m. invar. la parte superiore, ciò che sta sopra (anche preceduto
da di): ‘a coppa è de plastica (il (di) sopra è di plastica.)
etimologicamente‘ncoppa = sopra è forgiato da
un in→’n illativo e coppa dal latino cuppa(m) la parte posteriore superiore del
capo che è dunque quella posta sopra; ugualmente ‘a coppa = da/di sopra deriva
dalla medesima cuppa(m) la parte posteriore superiore del capo che è dunque
quella posta sopra, introdotta dalla ‘a aferesi della preposizione da→’a.
2.METTERE A UNO 'NCOPP' A 'NU PUORCO.
Letteralmente: mettere uno a cavallo di un porco. Id est:
sparlar di uno, spettegolarne, additarlo al ludibrio degli altri, come avveniva
anticamente quando al popolino era consentito di condurre alla gogna il
condannato trasportandolo a dorso di maiale affinché venisse notato da tutti e
fatto segno di ingiurie e contumelie. Questa abitudine era tipica della città
partenopea dove v’era abbondanza di maiali che circolavano liberamente per
strade e vicoli, allevati com’erano in libertà assoluta per esser poi destinati
oltre che all’uso personale di chi li allevasse, anche come offerta ai monaci
del TAU che conducevano nei pressi della chiesa di S. Antonio Abate (in piazza
Carlo III) uno loro piccolo ospedale dove curavano affezioni dermatologiche
usando pomate confezionate anche con il lardo dei maiali; altrove (ad es. a
Roma) ci si serviva di asini.
3.METTERE ATA CARNE A CCOCERE
Letteralmente: Porre altra carne a cuocere. Détto del
deplorevole modo di agire di chi provi piacere a dar motivo, destro, occasione,
opportunità di discussioni, dispute e litigi, sobillando ed istigando e
fornendo materia di contesa a persone i cui rapporti siano già esacerbati.
Nella lingua nazionale è in uso un analogo, ma meno icastico “mettere legna al
fuoco”.
4.METTERE CAMPANIELLE ‘NCANN’Â ‘ATTA
Letteralmente: Porre dei campanelli alla gola del
gatto.Locuzione usata per riferire l’atteggiamento riprovevole di chi si
diverta a propalare notizie riservate per il solo gusto di nuocere al prossimo,
o a diffondere voci infondate seminando zizzania e ciò nell’intento di farsi notare
attirando l’altrui attenzione sulla propria persona.
Ricordo che altri (e per tutti l’Altamura)leggono la
locuzione nel significato di: suscitare in chi non li avrebbe, sospetti , dubbi
o diffidenze e giustificano questa lettura riallacciandola ad una favola
d’Esopo e/o La Fontaine sul gatto ed i topi che benché anelassero a volerlo
fornire di sonagli per essere tenuti sull’avviso del suo accostarsi, non
trovarono tra di essi il coraggioso che lo facesse. Ora, a mio avviso,se si
eccettua il tenue richiamo a campanelli ed al gatto non esistono altri punti di
contatto tra la menzionata favola ed i significati della locuzione sia che
venga lètta cosí come ò riportato, sia che si prenda per buona l’altra lettura;
in ogni caso la locuzione mi pare che nulla abbia a che spartire con la favola
d’Esopo e/o La Fontaine .
5.METTERE LL’ASSISE Ê CCETRÓLE nell’espressione VA METTENNO
LL’ASSISE Ê CCETRÓLE
Ad litteram: mettere il calmiere ai cetrioli
nell’espressione va ponendo il calmiere sui cetrioli. Icastica espressione con
la quale si stigmatizza il comportamento sciocco di chi dedica il proprio tempo
ad attività inutili, pretestuose ed inconferenti quale quella di calmierare il
prezzo dei cetrioli, ortaggio che sebbene sia di largo consumo, per solito è a buon
mercato e non v’è bisogno che se ne calmieri il prezzo; per traslato,
l’espressione in esame viene riferita ad ogni attività che si riveli inutile e
per ciò stesso sciocca. Ricordo che il pl. del
s.vo m.le CETRULO è il m.le
CETRULE, mentre quello femminile CETRÓLE [geminato in CCETRÓLE]quando
come nell’epigrafe sia preceduto dall’articolo o preposizione articolata
femminile] è usato quando si faccia riferimento ad un futto piú grosso del
normale e ciò perché In napoletano un oggetto (o cosa quale che sia) è inteso
se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile et versa vice
; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a
tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú
grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a
‘o carretto piú piccolo ); ),‘a canesta (piú grande rispetto a ‘o canisto piú
piccolo ), fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo
piú grande de ‘a caccavella.
BRAK
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