1.NUNN’ ACCUSÀ E NNUN CUNTÀ
Letteralmente Non accusare e non contare da intendersi non
essere all’altezza di dichiarare (il proprio giuoco,o le proprie idee), né
essere all’altezza di trarre partito dal proprio operato (conteggiando
esattamente il proprio punteggio totalizzato nel gioco o dando conto,
elencandolo, di ciò che si sia stati capaci di produrre con la propria azione).
Locuzione mutuata dal giuoco delle carte détto tressette.
Apro un parentesi per dire che nel tressette è previsto che ad inizio di gioco
i componenti possano a turno dichiarare l’ eventuale possesso di un certo
numero di carte favorevoli, dichiarazione che comporta il vantaggio di avere
dei punti aggiuntivi da sommare a quelli totalizzati con le prese;questo
dichiarare è détto nel gergo del gioco: accusare. Ciò mi à indotto a ritenere
il gioco del tressette (che molti reputano un gioco interessante e difficoltoso
ed invece non è nè l’uno, nè l’altro fondato com’è sulla fortuna che ti
elargisce carte che se giocate decentemente e non proprio sconsideratamente ti
assicurano la vittoria indipendentemente dalla bravura o capacità gestionale
che se ne abbia...) ciò mi à indotto, dicevo, a ritenere piuttosto stupido, (se
confrontato ad es. allo scopone scientifico), tale gioco [il tressette] nel
quale un giocatore non solo sia favorito dalla sorte ricevendo carte
favorevoli, ma ne tragga anche partito con un punteggio aggiuntivo! Chiudo la
parentesi e torno alla locuzione che è riferita in primis ad un giocatore non
solo incapace di aprire il gioco dichiarando valide carte in suo possesso, ma
tanto inesperto da addirittura confondersi nella sommatoria del punteggio
realizzato; la locuzione è altresí usata sarcasticamente nei confronti di
chiunque che inetto, incapace, incompetente, inesperto e maldestro sia del
tutto privo di capacità operative risultando in ògni occasione un soggetto che
non valga nulla o non sia stimato o non abbia alcuna autorità.
2.NUNN’ AVÉ NIENTE A CCHE SPÀRTERE
Letteralmente Non avere alcunché da dividere (con altri). Locuzione
da intendersi sia nel senso materiale: Non avere nulla da suddividere (con
nessuno)atteso che si è del tutto padroni del proprio, ma piú spesso in quello
morale Non avere nulla in comune (con chicchessia)atteso che il soggetto di cui
si parla è molto diverso (sia in senso positivo che in quello negativo) da
tutti gli altri, da non potersi confondere con chicchessia.
il verbo spàrtere vale distribuire, ripartire, suddividere,
dividere, separare. voce dal lat. partire e partiri, deriv. di pars partis
'parte' con protesi di una s intensiva, cambio di coniugazione e ritrazione
della tonica.
3.NUNN’ È CCOSA!
Letteralmente Non è cosa, gesto, azione, lavoro, opera (da
praticare, perseguire etc.) Icastica espressione che si usa in tutte quelle
occasioni in cui non si ritenga opportuno non dar corso ad azioni, operazioni
quali che siano in quanto stimate non convenienti, inopportune, inappropriate,
incongrue, svantaggiose per chi le dovesse mettere in opera laddove si tratta
di azioni/operazioni da lasciar perdere in quanto il gioco non vale la candela.
In italiano s’usa l’analogo Non è il caso!
4.NUNN’ È PPIETTO TUĴO!
Letteralmente: Non è (per il) petto tuo! Icastica
espressione, analoga alla precedente ma con un marcato carattere quasi di
dileggio e/o d’offesa in quanto è espressione che si usa rivolgere
sarcasticamente ad un idividuo che, ritenuto incapace di poter mai concludere
alcunché di positivo,né di giungere a risultati concreti in quanto impreparato,
inetto ed incapace dimostri di non possedere né la prestanza fisica, né le
capacità mentali (adombrate l’una e le altre sotto il termine petto) per poter
addivenire concretamente ad un risultato; per il soggetto destinatario
dell’espressione ògni situazione, avvenimento,questione o problema, gesto, azione,
lavoro, opera son ritenuti superiori alle sue capacità e dunque tutto esula
dalle sue possibilità operative.
5.NUNN’ ESSERE DOCE ‘E SALE
Letteralmente: Non è dolce di sale! Incisiva espressione
usata soprattutto rivolgendola a professori, genitori eccessivamente severi o
piú in generale a tutti coloro che si dimostrino scostanti, scorbutici,
scontrosi, intrattabili pur senza giungere ad esser maleducati, villani o
sgarbati; di costori s’usa dire che siano tanto aspri o pungenti o piccanti tal
quali una pietanza che troppo salata risulti sgradevole, spiacevole,
disgustosa, laddove una contenuta salatura l’avrebbe resa piú dolce al palato e
quindi gradita, gradevole, piacevole.
BRAK
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