1.'O CIUNCO I ‘O CECATO
Ad litteram essa sta per il paralitico ed il cieco ed è
espressione usata con riferimento sarcastico ad una coppia di individui che
male in arnese procedano di conserva tendando inutilmente di prestarsi aiuto
reciproco che non potrebbero mai fornirsi attese le pesanti menomazioni di cui
son portatori. In senso piú ampio se non per motafora è locuzione da usarsi nei
confronti di qualunque coppia di soggetti male assortiti che non possono
sortire né sortiscono dal proprio operato risultati positivi poste le gravi
carenze o insufficienze fisiche, ma piú spesso morali, di cui son portatori.
2.'O CONTE MMERDA A PPUCERIALE.
Letteralmente: Il conte Merda a Poggioreale. Così, per
dileggio vien definito dal popolo colui che vanti falsamente illustri
progenitori, o colui che si dia arie da nobiluomo incedendo con sussiego ed
alterigia. Ma il personaggio in epigrafe esistette veramente in Napoli e tale
nomignolo fu affibbiato dal popolo al patriarca, un tal conte Brasco
Iannicelli[mancano precise notizie biografiche] di un’antica famiglia
napoletana che aveva il possesso di una villa nella zona di Poggioreale. Tale
signore ebbe, sul finire del 1800, in appalto la gestione delle latrine
comunali e si meritò ipso facto il soprannome, pur se affidò in pratica la
conduzione dell’appalto ad un suo fidato dipendente un non meglio identificato
Ernesto che rispondendo al famoso soprannome di Ernesto a Ffuria,presidiava de
visu le latrine comunali site all’estremità della via Foria,latrine da cui trasse
ingenti guadagni con la selezione delle urine, rivendute ad idustrie chimiche
per la produzione d’albumina.
3.'O CUCCHIERE 'E CHIAZZA: TE PIGLIA CU 'O 'CCELLENZA E TTE
LASSA CU 'O CHI T'È MMUORTO.
Letteralmente: il vetturino da nolo: ti accoglie (dantoti
dell’)'eccellenza e ti congeda bestemmiandoti i morti.Il motto compendia una
situazione nella quale chi vuole ottenere qualcosa, in principio si profonde in
ossequi e salamelecchi esagerati ed alla fine sfoga il proprio livore represso,
come i vetturini di nolo adusi a mille querimonie per attirare i clienti, ma
poi - a fine corsa - pronti a riversare sul medesimo cliente immani contumelie,
in ispecie allorché il cliente nello smontare dalla carrozza questioni sul
prezzo della corsa, o - peggio ancora - non lasci al vetturino una congrua
mancia.
4.'O CULO 'E MAL'ASSIETTO NUN TROVA MAJE ARRICIETTO.
Letteralmente: il sedere che siede malvolentieri non trova
mai tregua. Per solito, con la frase in epigrafe si fa riferimento al continuo
dimenarsi anche da seduti che fanno i ragazzi incapaci di porre un freno alla
loro voglia di muoversi.
Assietto s.m. = assetto, seduta, sistemazione, modo di
sedere;quanto all’etimo è un deverbale dal lat. volg. *assedita¯re, frequent.
di sedíre 'star seduto'
arricietto sost. masch. = tregua, calma, riposo ma pure
sistemazione derivato del basso lat. *ad-receptu(m)→arrecettu(m)→ arricietto.
5.'O CUONCIO ACCONCIA.
Ad litteram: il condimento aggiusta. Id est: basta un buon
condimento per migliorare le pietanze meno appetitose. Per traslato: ogni cosa
diviene bene accetta se è presentata bene o agghindata con grazia.
BRAK
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