1.CU 'NU SÍ TE 'MPICCE E CU 'NU NO TE SPICCE.
Letteralmente: dicendo di sí ti impicci, dicendo no ti
sbrighi. La locuzione contiene il consiglio, desunto dalla esperienza, di non
acconsentire sempre, perché chi acconsente, spesso poi si trova nei pasticci...
molto meglio, dunque, è il rifiutare, che può evitare fastidi prossimi o
remoti.
2.CUMMÒGLIAME ‘STU PIETTO CA ‘STU CULO ME STA SCUPIERTO
Coprimi il petto poiché ò il sedere scoperto....
Espressione sarcastica messa sulla bocca di una donna svampita
ed irrazionale che benché iperbolicamente inceda con il fondoschiena scoperto
chiede che le si copra il seno. Con la medesima espressione si commenta
ironicamente il comportamento irragionevole di chiunque sciocco , presuntuoso e
sprovveduto invece di occuparsi in maniera corretta conseguente e logica di un
bisogno (non rendendosi conto delle reali necessità derivanti da una situazione
in corso d’opera) attende a problemi succedanei o incongruenti con il bisogno
de quo.
pietto s.vo m.le = petto, le mammelle della donna, il seno,
la parte anteriore del tronco umano, compresa tra il collo e l'addome; voce dal
lat. pectŭ(s) con dittongazione della e intesa breve ed assimilazione
regressiva ct→tt;
scupierto part. pass. aggettivato dell’infinito scuprí = scoprire,
denudare, mostrare, esporre ( dal lat.s (distrattiva) +cooperire, comp. di cum
'con' e operire 'coprire, occultare'.
3.CUNZIGLIO 'E VORPE, RAMMAGGIO 'E GALLINE.
Lett.: consiglio di volpi, danno di galline. Id est: Quando
confabulano furbi o maleintenzionati, ne deriva certamente un danno per i piú
sciocchi o piú buoni. Per traslato: se parlottano tra di loro i superiori, gli
inferiori ne subiranno le conseguenze.
Il termine rammaggio,
rotacizzazione del pi ú classico dammaggio, indica nell’idioma partenopeo il danno patito ed arrecato sia in
senso materiale che morale.
Per ciò che attiene la sua etimologia, una superficiale
ipotesi fa risalire il termine al francese dommage di identico significato E sarebbe ipotesi
accettabile se il vocabolo appartenesse
alla schiera di vocaboli mutuati dal francese durante la dominazione
murattiana..., ma poiché la parola dammaggio esiste già nel Cortese, nello Sgruttendio e
nel Basile - scrittori operanti alcuni
secoli prima della dominazione indicata,
ecco che l’ipotesi è da scartare e
bisogna accettare quella che pi ú verosimilmente fa risalire il vocabolo ad un
termine del latino parlato e cioè a
damnajjum a sua volta derivante da damnum con il suffisso ajjo di
carattere rustico di contro al classico aeus come avvenuto anche per scarafaggio - scarabeo. Nel termine damnajjum si è poi
verificata la consueta assimilazione
regressiva della enne con la antecedente emme e si è avuto dammaggio.Ed è
questa l’ipotesi che storicamente è da ritenersi pi ú vicina alla realtà, salvo
prova contraria...
4.CÚNTATE SEMPE ‘E SORDE, PURE QUANNO ‘E TTRUOVE.
Cóntati sempre il
danaro, anche quando lo dovessi trovare
Id est: l’attenzione
e la precisione son sempre opportune anche quando parrebbero non necessitare.
5.CUORPO DESIDERUSO NUN SE SAZZIA MAJE.
Corpo aduso a desiderare sempre non si sazierà mai.
Chi desidera sempre qualcosa, anche se l’ottiene non ne
resta soddisfatto ed avidamente ed ingordamente vuole altro ancóra.
Brak
Nessun commento:
Posta un commento