1.GUÀLLERE E PPAZZE, VENONO 'E RAZZA...
Ernie e pazzia sono ereditarie(non si possono eludere).
2.À FATTO MARENNA A SARACHIELLE.
Ha fatto merenda con piccole aringhe affumicate - Cioè: si è
dovuto accontentare di ben poca cosa.
3. À FATTO 'O PIRETO 'O CARDILLO.
Letteralmente: Il cardellino ha fatto il peto. Commento
salace ed immediato che il popolo napoletano usa quando voglia sottolineare la
risibile performance di un insignificante e maldestro individuo che per sue
limitate capacità ed efficienza non può produrre che cose di cui non può restar
segno o memoria come accade appunto delle insignificanti flautolenze che può
liberare un piccolo cardellino.
4.HÊ ‘A FERNÍ SOTT’Ê PPRETE!
Antichissima e desueta ancorché icastica espressione di
malevola maledizione che si poteva cogliere sulle labbra dei napoletani di
vecchissimo conio, che ad litteram va resa con: “Devi decedere sotto le
pietre!” Si tratta di un malaugurio indirizzato verso un inveterato avversario,
nemico, rivale, antagonista, oppositore, contendente o semplicemente soggetto
molesto, noioso, seccante, irritante, sgradevole tanto da augurargli, sia pure
poco caritevolmente, di vederlo perire coperto di pietre che però non son
quelle [come improvvidamente ipotizzò qualcuno (a digiuno di storia) chiosando
sulla locuzione]da crollo successivo ad un sisma, bensí quelle reperibili lungo
percorsi impervi e sassosi, come le pietre che sin dal 1492 gli ebrei erranti
della diaspora ispanica usarono per coprire le salme, necessariamente lasciate
insepolte di chi decedeva nel periglioso cammino, affinché avvoltoi o altre
bestie randage non facessero scempio del corpo del defunto.Ò parlato appunto di
antichissima espressione perché fu mutuata appunto dal comportamento degli
ebrei erranti che ne fecero addirittura una tradizione che perdura tuttora, al
segno che chi visiti un cimitero israelita si sente in obbligo di portar seco
una pietra da depositare sulla tomba del defunto. In concLLUsione l’espressione
in epigrafe va intesa come un anatema con il quale si auspica che il soggetto
contro cui è indirizzato perisca improvvisamente, per istrada, non venga
sepolto in una bara, ma lasciato sul Luogo del trapasso coperto di pietre alla
maniera degli ebrei ispanici.
5.HÊ 'A MURÍ RUSECATO DÊ ZZOCCOLE I 'O PRIMMO MUORZO TE LL'À
DDA DÀ MAMMÈTA
Che possa morire rosicchiato dai grossi topi di fogna ed il
primo morso lo devi avere da tua madre. Icastica maledizione partenopea giocata
sulla doppia valenza del termine zoccola (dal tardo lat. sorcula(m) che, a
Napoli, identifica sia il topo di fogna che la donna di malaffare. è chiaro che
la frase in esame compendia una gratuita offesa alla mamma di colui contro cui
è lanciata la maledizione, mamma che viene accreditata di essere ovviamente una
meretrice e non un topo di fogna!
BRAK
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