1.D’ ’E DENARE D’ ’O CARUCCHIARO SE NE VEDE BBENE ‘O
SCIAMPAGNONE
Del danaro (messo da parte e lasciato in eredità)
dall’avaro, ne gode(l’erede) scialacquatore.
Icastica espressione che fotografa una realtà
incontrovertibile quella cioé che un soggetto parsimonioso, risparmiatore,
economo, parco, misurato,semplice, sobrio, frugale per non dire avaro, il piú
delle volte à come erede e beneficiario delle fortune accantonate uno sciupone,
sprecone, spendaccione, dissipatore che provvederà a dilapidare i beni
accumulati dal suo dante causa. Estensivamente l’espressione si attaglia a
tutte quelle situazioni in cui esista un soggetto prudente, lungimirante,
avveduto, cauto, accorto, sagace, preveggente che veda le sue fatiche rese vane
dal comportamento imprevidente, imprudente, avventato,
sconsiderato,
incauto, malaccorto d’un suo collaboratore, sodale, amico, figlio o parente.
carucchiaro/a agg.vo e s.vo m.le o f.le = tirchio/a,
spilorcio/a, taccagno/a,avaro/a, pitocco/a;
voce etimologicamente deverbale di un lat. parlato
carrucchiare<*conrotulare = avvolgere in rotolo monete aure; all’
agg.vo/s.vo esaminato è estranea, in quanto semanticamente incollegabile
[checché ne dica qualche supponente addetto ai lavori] la voce
carocchia s.vo f.le che di per sé
è il nocchino,un piccolo colpo secco, ma doloroso assestato al capo e portato
con movimento veloce dall’alto verso il basso con le nocche maggiori delle dita
della mano serrata a pugno, cosa inconferente con l’avaro; la voce carocchia etimologicamente non è dal lat. crotalum che indica la nacchera,
strumento musicale e non tipo di percossa…,ma dal greco karà=testa attraverso
un lat. regionale *caròclu(m) ed il plurale reso femm. caròcla (tipica la
mutazione cl in ch come in clausu(m) che diventa chiuso).
sciampagnone/a agg.vo e s.vo m.le o f.le generoso/a,
prodigo/a, munifico/a; spendaccione/a sciupone/a, sprecone/a, spendaccione/a,
dissipatore/trice;
2.DÀ 'NCOPP' Ê RECCHIE.
Letteralmente: dare sulle orecchie. La locuzione consiglia
il modo di comportarsi nei confronti dei boriosi, dei supponenti, dei saccenti
adusi ad andare in giro tronfi e pettoruti a testa elevata quasi fossero i
signori del mondo. Nei loro confronti bisogna usare una sana violenza
colpendoli, anche solo metaforicamente sulle orecchie per fargliele abbassare.
3.DÀ ZIZZA ('E VACCA) PE TARANTIELLO.
Letteralmente: dar mammella (di mucca) per tarantello. La
locuzione à una doppia valenza a seconda del significato che si dà al termine
tarantello. In una prima accezione tarantello è un pezzo di carne dato come
aggiunta a della carne piú pregiata, al fine di sistemarne il giusto peso.
Usandola con tale accezione, figuratamente, la locuzione significa che colui
contro cui è rivolta, non si è impegnato molto nel dare il giusto dovuto, ma à
rabberciato la prestazione portandola a compimento con l'uso di materiali di
scarto. Nel caso che con la voce tarantello si voglia invece indicare il
pregiato salume ricavato dalla pancetta di tonno, figuratamente vuol
significare che colui contro cui la locuzione è diretta, si è comportato da
gran mistificatore ed imbroglione come chi abbia conferito vilissima mammella
di mucca in luogo della dovuta, costosa pancetta di tonno.In ogni caso si
tratta di un imbroglio reale o figurato.
La voce zizza, tetta, mammella d’essere umano o bestia,
viene per adattamento dall’ accusativo tardo latino *titta(m)= capezzolo
attraverso una forma aggettivale tittja(m) dove il ttj intervocalico diede zz
che influenzò anche la sillaba d’avvio ti→zi.
La voce tarantiello in ambedue le accezioni è un denominale
(diminutivo) di Taranto
la città pugliese dove si produce il pregiato salume
ricavato dalla pancetta di tonno.
4.DÀ ZIZZA PE GGHIONTA.
Letteralmente: dar carne di mammella per aggiunta di
derrata, un di piú generosamente concesso, ma trattandosi di vile mammella la
concessione non è poi veramente positiva e tutta l'espressione è da intendere
in senso ironico ed antifrastico equivalente ad accrescere un danno, conciar
male qualcuno, cagionandogli ulteriori danni.
5.DALLE E DALLE ‘O CUCUZZIELLO ADDEVENTA TALLO.
Letteralmente: Dagli e dagli la zucchina diventa tallo.Id
est: ad insistere sempre sulla medesima questione si finisce male come a
cogliere zucchine continuamente, della pianta non ne restano che le foglie. Il
tallo è la foglia commestibile delle cucurbitacee, ma pure essendo edibile è
sempre meno pregiata della zucchina che già di suo non è molto saporita.
cucuzziello s.vo m.le
tallo s.vo m.le in generale complesso dellefoglie degli
ortaggi, corpo delle piante inferiori, non differenziato in radice, fusto e
foglie, germoglio,talea qui segnatamente della pianta di zucchine; voce dal
lat. thallu(m), dal gr. thallós 'germoglio', deriv. di thállein 'fiorire'.
Brak
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