1.ARTICOLO QUINTO: CHI TÈNE 'MMANO À VINTO!
La locuzione traduce quasi in forma di brocardo scherzoso il
principio civilistico per cui il possesso vale titolo. Infatti chi tène 'mmano,
possiede e non è tenuto a dimostrare il fondamento del titolo di proprietà.In
nessuna pandetta giuridica esiste però un siffatto articolo quinto, ma il
popolo à trovato nel termine quinto una perfetta rima al participio vinto usato
peraltro impropriamente perché nel pretto napoletano il part. pass. di vencere
è vinciuto, non vinto!
2.'ARUTA OGNI MMALE STUTA.
Letteralmente: la ruta spegne ogni male. È pur vero che
l'erba ruta fu, temporibus illis usata come panacea per un gran numero di mali
dalla epistassi alla verminosi etc. etc., ma posto che con il termine aruta in
napoletano si intende anche il danaro, è piú probabile che la locuzione voglia
significare che con il danaro si posson sanare tutti i mali, sia fisici che
morali
3.ASCÍ ‘A DINT’Ô FFUOCO
Ad litteram: Uscire di dentro il fuoco. Id est: Cavarsela in
ogni circostanza. Lo si dice di persona accreditata d’essere in possesso di
tante ottime qualità fisiche e/o morali da poter ricavare, ottenere buoni
frutti in qualsiasi occasione restando per iperbole indenne anche nel passar
tra le fiamme.
4.ASCÍ ‘A LL’UOCCHIE
Ad litteram: Uscire dagli occhi. Id est: Empirsi di cibo,
mangiare a sazietà, rimpinzarsi, satollarsi da esserne – per iperbole – cosí
tanto pieni al punto che il cibo trovi quale via d’uscita le orbite oculari
5.ASCÍ ‘E TUONO
Ad litteram: Andar fuor di tono. Id est: Eccedere,
esagerare, strafare, passare il segno, calcare la mano. Détto di chi in una
discussione, controversia, battibecco, o disputa che sia non sappia limitarsi,
contenersi, moderarsi e superi, passando il segno, un corretto ed accetabile modo
di esprimersi.
Brak
Nessun commento:
Posta un commento