1.CHI TÈNE CCHIÚ PPORVERA SPARA E LL’ATE SÈNTENO ‘E BBOTTE.
Ad litteram: Colui che à piú polvere spara e gli altri
sentono i botti (prodotti dagli spari). Ancóra un’antica eloquente, icastica
locuzione usata per significare (prendendo a modello l’operato dei fuochisti
[cioè degli artieri che si esibivano un tempo ed ancóra talora si esibiscono
durante le feste patronali con spettacoli di fuochi artificiali])che nella vita
chi è dotato di migliori e numerosi mezzi rappresentati sia dal denaro che
dagli aiuti quali appoggi, aderenze, raccomandazioni è colui che ottiene i piú
eclatanti risultati in termini di affermazione socio/economica, mentre a tutti
gli altri non resta che rassegnarsi a l’eco dei successi ottenuti da chi à piú
mezzi.La locuzione à come sostrato la convinzione che nella vita per affermarsi
non necessitano studio e/o capacità innata, ma servono ricchezza, aiuti,
appoggi, buoni uffici,pedate, protezioni.
PORVERA, ma anche il sincopato PORVA s.vo f.le polvere, qui
polvere da sparo [dal lat. pŭlvĕre-m con rotacismo della L→R].
2.CHI TÈNE CCHIÚ SSANTE VA 'MPARAVISO.
Letteralmente: Chi à piú santi va in Paradiso; ma è chiaro
che la locuzione non si riferisce al premio eterno, ma molto piú prosaicamente
ai beni terreni,a prebende e posti di comando e ben remunerati; e i santi -
manco a dirlo - non sono quelli che ànno praticato in maniera eroica le virtú
cristiane, ma molto piú semplicemente coloro che son capaci di dare una spinta,
di raccomandare o - come eufemisticamente si dice oggi, di segnalare qualcuno a
chi gli possa giovare nel senso suaccennato.
3.CHI TÈNE CUMMEDITÀ E NNUN SE NE SERVE, NUN TROVA 'O
PREVETE CA LL'ASSOLVE.
Letteralmente: Chi à comodità e non se ne serve, non trova
un prete che l'assolva. Id est: chi à avuto, per sorte o meriti, delle comodità
deve servirsene, in caso contrario commetterebbe non solo una sciocchezza
autolesiva, ma pure un peccato cosí grave per la cui assoluzione non sarebbe
bastevole un semplice prete, ma bisognerebbe far ricorso al penitenziere
maggiore.
4.CHI TENE DEBBETO, TENE CREDITO
Chi à debito, à credito
Non si tratta, come potrebbe apparire di un ossimoro o di
una affermazione gratuita; si tratta invece di un’esatta considerazione dedotta
dall’osservazione del comportamento umano per il quale intanto una persona può
essere oberata di debiti, in quanto ritenuta solvibile e quindi meritevole di
credito.
5.CHI TENE 'E MMANE 'MPASTA, NUN METTE 'E DDETE 'NCULO Â
GALLINA.
Ad litteram: chi sta impastando, non mette le dita nel
sedere della gallina. Il proverbio non adombra una norma igienico - sanitaria,
ma vuol significare che chi sta nel mondo degli affari deve tener sempre
nascoste le proprie mosse per non appalesare ai concorrenti quali sono le sue
intenzioni prossime; non deve comportarsi cioè come la contadina che - tastando
il sedere alle galline per accertarsi della presenza dell'uovo - dà
ingenuamente a vedere a tutti ciò che le sta per accadere.
Brak
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