1.FÀ O ESSERE ‘NA
CARTA ‘E TRE (o meglio) ‘E TRESSETTE
Ad litteram: fare o essere una carta da tre (o meglio) di
tressette; id est: essere o comportarsi da persona di vaglia, importante,
capace di imporsi a tutti gli altri o per naturale carisma o per accertate
capacità fisiche e/o morali; piú precisamente nel gergo malavitoso e per
traslato nel linguaggio popolare la carta di tre o tressette è colui che con
ogni mezzo, lecito o meno che sia riesce ad assurgere al posto di comando
imponendo la propria volontà. La locuzione è mutuata dal giuco del tressette
giuoco di carte nel quale alcune di esse per convenzione, pure essendo di
valore facciale inferiore rispetto alle altre, nel corso del giuoco prevalgono
sulle altre risultando vincitrici nelle singole prese; la scala gerarchica
convenzionale del giuoco è cosí stabilita: tre, due, asso, re, cavallo, fante e
poi dal sette fino al quattro secondo l’ordine decrescente;dal che si evince
che la miglior carta, atta a catturare tutte le altre è il tre e a ciò si
riferisce la locuzione in epigrafe.Talvolta però l’espressione viene usata a
mo’ di dileggio nei confronti di chi non avendo né carisma, né capacità
intellettuali, tenti di atteggiarsi ad individuo di vaglia o importante; a chi
agisse in tal modo si suole raccomandar: nun fà ‘a carta ‘e tre ossia evita di
assumere atteggiamenti da carta ditre (quella vincente al giuoco del
tressette.)
2.FÀ 'O FARENELLA.
Letteralmente: fare il farinello. Id est: comportarsi da
vagheggino, da manierato cicisbeo. L'icastica espressione non si riferisce -
come invece erroneamente pensa qualcuno - all'evirato cantore
settecentescoCarlo Broschi detto Farinelli(Andria, 24 gennaio 1705 – † Bologna,
16 settembre 1782),, ma prende le mosse dall'àmbito teatrale dove le parti
delle commedie erano assegnate secondo rigide divisioni. All'attor giovane
erano riservate le parti dell'innamorato o del cicisbeo. E ciò avveniva sempre
anche quando l'attore designato , per il trascorrere del tempo non era piú
tanto giovane e allora per lenire i danni del tempo era costretto a ricorre piú
che alla costosa cipria, alla piú economica farina.
3.FÀ 'O FRANCESE.
Letteralmente: fare il francese, id est: mostrare, dare a
vedere o - meglio - fingere di non comprendere, di non capire quanto vien
detto, allo scoperto scopo di non dare risposte, specie trattandosi di
impegnative richieste o ordini perentori. Èl'equivalente dell'italiano: fare
l'indiano, espressione che, storicamente, a Napoli non si comprende, non avendo
i napoletani avuto nulla a che spartire con gli indiani, sia d'India che d'
America, mentre ànno subíto piú d’ una dominazione francese ed ànno avuto a che
fare con gente d'oltralpe, con le quali malamente s’intendevano.
4.FÀ 'O PARO I 'O SPARO....
Ad litteram: fare a pari e dispari; id est: tentennare, non
prendere decisioni, essere eternamente indecisi ed affidar tutto, per non
assumer responsabilità, all'alea della sorte.
5.FÀ 'O SCRUPOLO D''O RICUTTARO.
Letteralmente: fare lo scrupolo del magnaccia. Id est:
scandalizzarsi grandemente al cospetto di altrui veniali mancanze, alla stregua
di un lenone che abituato a compiere gravi mancanze si scandalizzasse di
piccoli reati compiuti da altre persone.La locuzione è usata a Napoli appunto
per bollare il comportamento chiaramente falso di chi, abitualmente incline a
delinquere, mostra di scandalizzarsi
davanti a piccole mancanze...
Mette conto qui
parlar del Ricuttaro.
Da sempre il lenocinio è praticato da piccoli furfantelli e
camorristi. Temporibus illis,cioè a fine '800 i piccoli furfanti ed i
camorristi venivano arrestati e finivano sotto processo durante il quale
dovevano esser difesi da avvocati che,qualora non fossero affiliati alla
camorra, volevano esser pagati. A mettere insieme i fondi necessarî
provvedevano i compagni dei detenuti che procedevano ad una questua piú o meno
vessatoria tra piccoli commercianti e bottegai sia adiacenti al Tribunale, sia
operanti nel rione d’origine del/dei furfante/i sotto processo. Tale questua
finalizzata era detta 'a recoveta (la raccolta) da recoveta a recotta il passo
è breve e da recotta a ricuttaro è ancora piú breve;successivamente con il
termine ricuttare si indicarono non soltanto i questuanti suddetti, ma piú
segnatamente i lenoni,i ruffiani,i protettori,i prosseneti etc. che spessissimo
traevano origine dalle schiere di quei camorristi questuanti.
BRAK
Nessun commento:
Posta un commento