1.JÍ METTENNO ‘A FUNE ‘E NOTTE
Ad litteram: Andar mettendo la fune di notte. Locuzione che
si usa pronunciare risentitamente, in forma negativa ( nun vaco mettenno ‘a
fune ‘e notte) (non vado tendendo la fune di notte)oppure sotto forma di
domanda retorica: ma che ghiesse mettenno fune ‘e notte?(forse che vado
tendendo funi di notte?)per protestare la propria onestà, davanti ad eccessive
richieste di carattere economico; a mo’ d’esempio quando un figlio chiede
troppo al proprio genitore, costui nel negargli il richiesto usa a mo’ di spiegazione
la locuzione in epigrafe, volendo significare: essendo una persona onesta e non
un masnadiero abituato a rapinare i viandanti tendendo una fune traverso la
strada, per farli inciampare e crollare al suolo, non ò i mezzi economici che
occorrerebbero per aderire alle tue richieste; perciò règolati e mòderale !
2.JÍ P’AIUTO E TTRUVÀ SGARRUPO
Letteralmente: andare (in cerca) d’aiuto e trovare danno;
locuzione usata per sottolineare tutte quelle strane situazioni nelle quali ,
in Luogo dell’aiuto richiesto ed atteso si trova danno che naturalmente non fa
che peggiorare la situazione per quale s’era chiesto un aiuto.
3.JÍ PE CCULO E TTRUVÀ CAZZO
Letteralmente: andare (in cerca) di un culo (da sodomizzare)
ed imbattersi in un membro maschile (che ti sodomizzi) locuzione di significato
simile alla precedente, ma di portata piú furbesca e becera usata per
sottolineare una di quelle strane situazioni nelle quali , in luogo del
cercato, richiesto ed atteso ci si imbatta in qualcosa dell’esatto opposto che
stravolga completamente la faccenda, peggiorandola irrimediabilmente.
4.JÍ PE FFICHE E TTRUVÀ CETRULE
Ad litteram: andare in cerca di fichi e trovare cetrioli.
Locuzione di portata simile a quelle ricordate antea atteso che il cetriolo pure essendo un ortaggio
buono ed edibile, non è certo saporito e gustoso come un fico.In senso traslato
e furbesco la locuzione vale: andare alla ricerca di vulve [cioè di donne da
coire] ed imbattersi in peni[ cioè in uomini da cui essere sodomizzati].
5.JÍ PE RRAZIA E TTRUVÀ JUSTIZZIA
Letteralmente: andare (in cerca) di una grazia, di un
perdono o un’assoluzione(delle proprie cattive azioni) ed imbattersi invece
nella giustizia (cioè in qualcosa o qualcuno che facendo giustizia,faccia
pagare il malfatto o ne chieda ragione). Anche questa locuzione è di
significato simile alle precedenti, ma è di portata piú seria e raffinata ed
usata per sottolineare una di quelle sgradite situazioni nelle quali , in Luogo
dell’auspicato cercato, richiesto ed atteso perdono ci si imbatta in qualcuno
che nelle vesti di giusto giudice ci commini una pena rifiutandoci la
desiderata grazia.
BRAK
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