1.LL’AMMORE NUN VO’ PENZIERE!
Ad litteram: L’amore non vuol pensieri, seu preoccupazioni.
Stringata, perentoria locuzione che ricamando l’amore inteso
nel senso materiale del coito intende rammentare che non c’è attività,
soprattutto quelle dilettevoli, che si possa principiare o esser portata a
compimento se non in presenza di una mente sgombra di ansie, apprensioni,
inquietudini che possono risultare deterrenti ed inibitorie.
2.LL'ABBATE TACCARELLA.
Letteralmente: l'abate Taccarella. Con questo soprannome
viene bollato, a Napoli, la malalingua, lo sparlatore, colui che,
metaforicamente, tagliuzzi gli abiti addosso ad una persona; il nome Taccarella
è chiaramente un deverbale desunto appunto dal verbo taccarià che significa
tagliuzzare, ridurre in minuti pezzetti.
3.LL'ACQUA 'NFRACETA 'E BBASTIMIENTE A MMARE.
Letteralmente: l'acqua rende fradice le navi in mare. Cosí
gli accaniti bevitori di vino sogliono respingere un bicchiere d'acqua che
venga loro offerto, volendo significare che mutare le abitudini buone può
essere pernicioso, se non deleterio.
4.LL'ARTE 'E TATA È MMEZA 'MPARATA.
Letteralmente: l'arte del padre è appresa per metà. Con
questa locuzione a Napoli si suole rammentare che spesso i figli che seguano il
mestiere del genitore son favoriti rispetto a coloro che dovessero apprenderlo
ex novo. Partendo da quanto affermato in epigrafe spesso però capita che taluni
si vedano la strada spianata laddove invece al redde rationem mostrano di non
aver appreso un bel nulla dal loro genitore e finisce che la locuzione nei
riguardi di tali pessimi allievi debba essere intesa in senso ironico ed
antifrastico.
5.LL'AUCIELLE S'APPARONO 'NCIELO I 'E CHIAVECHE 'NTERRA.
Letteralmente: gli uccelli si accoppiano in cielo e gli
uomini spregevoli in terra. È la trasposizione in chiave rappresentativa del
latino: similis cum similibus, con l'aggravante della spregevolezza degli
individui che fanno comunione sulla terra. Il termine: chiaveche è un aggettivo
sostantivato, formato volgendo al maschile plurale il termine originario:
chiaveca (dal lat. tardo clavica(m), per il class. clovaca(m))che è la cloaca,
la fogna; tenendo ciò presente si può capire quale valenza morale abbiano per i
napoletani, gli uomini detti chiaveche.
BRAK
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