1.FARSE 'A PASSIATA D''O RRAÚ.
Letteralmente: fare la passeggiata del ragú. Id est: andare
a zonzo senza fretta. Un tempo, quando ancora la TV non rompeva l'anima
cercando di imporci diete e diete, i napoletani, erano soliti consumare nel dí
di festa un canonico piatto di maccheroni al ragú. Il ragú è una salsa che à
bisogno di una lunghissima cottura, tanto che la sua preparazione cominciava il
sabato sera e giungeva a compimento la domenica mattina e durante il tempo
necessario alla bisogna, gli uomini ed i bambini di casa si dedicavano a lente
e salutari passeggiate, mentre le donne di casa accudivano la salsa in cottura
e preparavano la tavolata domenicale.
2.FARSE CHIOVERE ‘NCUOLLO
Ad litteram: lasciarsi piovere addosso; id est: : lasciarsi
cogliere impreparato in situazioni nelle quali non si sono prese adeguate
preacauzioni e che pertanto posson solo essere foriere di pessimi o anche
deleterii risultati, come chi nell’imminenza d’un temporale, si avventuri per
istrada senza nemmeno munirsi d’un semplice ombrello e vada perciò certamente
incontro a quanto ricordato altrove, cioè vada incontro ad un bagno fuori
programma .
3.FARSE FÀ ‘NA SPAGNOLA
Farsi fare una (sega) spagnola. La voce spagnola (che di per
sé è un agg.vo qui però sostantivato
indica una sorta masturbazione intermammaria): piú
esattamente occorrerebbe perciò dire sega spagnola in quanto che spagnola è
soltanto un aggettivo; la sega di per sé (con derivazione deverbale dal lat.
seca(re) indica quale s.vo f.le la
masturbazione maschile; quella intermammaria prende il nome di (sega)
spagnola in quanto metodo di soddisfazione sessuale maschile ideato ed attuato
dalle prostitute partenopee che prestavano la loro opera nei bassi e fondaci
attigui a quelli che sarebbero stati gli acquartieramenti dei soldati spagnoli
(XVI sec.), ma che già nel XV sec. ospitavano (1495)i soldati francesi di Carlo
VIII (Amboise, 30 giugno 1470 – † Amboise, 7 aprile 1498) che fu Re di Francia
della dinastia dei Valois dal 1483 al 1498. Salí alla ribalta cominciando la
lunga serie di guerre Franco-Italiane; Carlo VIII, campione di disordine,
disorganizzazione, dissesto, eccesso, intemperanza, sfrenatezza,sperpero etc.
entrò in Italia nel 1494 con lo scopo preciso di metter le mani sul regno
napoletano e la sua avanzata caotica e disordinata scatenò un vero terremoto
politico in tutta la penisola. Incontrò, nel viaggio di andata, timorosi
regnanti, che gli spalancarono le porte delle città pur di non aver a che fare
con l'esercito francese e marciò attraverso la penisola, raggiungendo Napoli il
22 febbraio 1495. Durante questo viaggio assediò ed espugnò il castello di
Monte San Giovanni, trucidando 700 abitanti, e assediò, distruggendone i due
terzi e uccidendone 800 abitanti, la città di Tuscania (Viterbo).Incoronato re
di Napoli, fu oggetto di una coalizione avversa che comprendeva la Lega di
Venezia, l'Austria, il Papato e il Ducato di Milano. Sconfitto nella Battaglia
di Fornovo nel luglio 1495, fuggí in Francia al costo della perdita di gran
parte delle sue truppe. Tentò nei pochi anni seguenti di ricostruire il suo
esercito, ma venne ostacolato dai grossi debiti contratti per organizzare la
spedizione precedente, senza riuscire a ottenere un sostanziale recupero. Morí
due anni e mezzo dopo la sua ritirata, per un banale incidente, sbattendo la
testa contro l’architrave d’ un portone; trasmise una ben misera eredità e
lasciò la Francia nei debiti e nel disordine come risultato di una sconsiderata
ambizione che venne definita, nella forma piú benevola, come utopica o
irrealistica; la sola nota positiva, la sua sconsiderata, dispendiosa ed
improduttiva spedizione fu di promuvere contatti tra gli umanisti italiani e
francesi, dando cosí vigore alle arti e alle lettere francesi nel tardo
Rinascimento.) ;
i quartieri spagnoli,
o pi ú semplicemente i quartieri, presero questo nome (che però non indicò come
s.vo m.le ciascuno dei quattro rioni in cui per lo piú si suddividevano le
città ed oggi, zona circoscritta di una città, avente particolari
caratteristiche storiche, topografiche o urbanistiche: quartiere residenziale;
un vecchio quartiere popolare | quartieri alti, la zona pi ú elegante della
città; quartieri bassi, la zona pi ú popolare | quartiere satellite,
agglomerato urbano contiguo a una grande città, autonomo quanto a servizi ma
non amministrativamente, ma indicò il (mil.) complesso di edifici o di
attendamenti dove alloggia un reparto dell'esercito: quartiere d'inverno,
d'estate | quartier generale, il complesso degli ufficiali, dei soldati e dei
mezzi necessari al funzionamento del comando di una grande unità mobilitata; il
Luogo dove esso à sede | lotta senza quartiere, (fig.) senza esclusione di
colpi, spietata | chiedere, dare quartiere, (fig.) chiedere, concedere una
tregua, la resa) presero, dicevo, questo nome intorno alla metà del XVI secolo
(1532 e ss.) per la vasta presenza delle guarnigioni militari spagnole, volute
dal viceré don Pedro di Toledo, destinate alla repressione di eventuali rivolte
della popolazione napoletana. All'epoca, come già precedentemente al tempo di
Carlo VIII, comunque tali quartieri siti a Napoli a monte della strada di
Toledo erano un Luogo malfamato come tutti i luoghi dove siano di stanza i
militari, un Luogo malfamato dove prostituzione e criminalità la facevano da
padrone, con malgrado del viceré di Napoli, Don Pedro di Toledo da cui il nome
della strada (Pedro Álvarez de Toledo y Zuñiga (Salamanca, 1484 –† Firenze, 22
febbraio 1553) che marchese consorte di Villafranca e dal 1532 al 1553 viceré
di Napoli per conto di Carlo V d'Asburgo , , emanò alcune apposite leggi tese a
debellare il fenomeno; torniamo dunque alla cosiddetta sega spagnola che fu un
ingenuo accorgimento adottato dalle meretrici allorché si diffuse nella città
un pericoloso morbo: la lue o sifilide (détto comunemente: mal francese o morbo
gallico) e si ritenne che tale morbo fosse stato portato e propagato ( nel 1495
circa) nella città, attraverso il contatto con le prostitute locali, dai
soldati francesi al sèguito di Carlo VIII ; da notare che – per converso – i
francesi dissero la lue: MAL NAPOLITAIN nella pretesa che fossero state le
prostitute partenopee a diffonderlo fra i soldati carlisti; fósse francese o
napoletano le prostitute invece di soddisfare i clienti soldati con un normale
coito, si limitarono ad un contatto superficiale servendosi di quell’esercizio
che fu detto (sega) spagnola in quanto le prostitute esercitavano in tuguri
(bassi e fondaci) di quei quartieri poi détti spagnoli.
4.FARSE 'NU PURPETIELLO.
Bagnarsi fino alle ossa come un piccolo polpo tirato su
grondante d'acqua.
5.FARSE PASSÀ ‘A FANTASIA
Locuzione intraducibile ad litteram in quanto di duplice
valenza: una positiva ed una negativa, valenze che per esser comprese
necessitano di un’ ampia spiegazione, non riducibile ai tre termini della
locuzione che se intesa nella sua valenza positiva sta per: concedersi un gusto
spirituale o, piú spesso, materiale, raggiungere finalmente e far proprio un
oggetto del desiderio lungamente agognato e bramato; in senso negativo la
locuzione è usata quando ci si convice che determinati gusti a LLUngo covati,
purtroppo non possono essere soddisfatti o non possono esser fatti propri
determinati oggetti a LLUngo bramati e ci si impone di farsi passar di testa
l’idea di raggiungere quegli oggetti o soddisfare quei gusti.
BRAK
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