1.FÀ CUOFENO SAGLIE E CUOFENO SCENNE.
Letteralmente: far cesto sale e cesto scende - Il Cuofeno
(dal latino cophinus) è un particolare cesto di vimini piú stretto alla base e
provvisto di manici, per il trasporto delle merci piú varie. La locuzione
significa: lasciare che le cose vadano secondo la loro naturale inclinazione,
evitare di interessarsi di qualche cosa, non curarsi di nulla.In origine
l’espressione era di pertinenza dei lavoratori dell’edilizia e faceva
riferimento al consiglio/ordine che il cosiddetto capomanipolo dava ad ogni sottoposto
addetto allo sgombero dei calcinacci di demolizione o al trasporto dei
materiali da costruzioni calati(i primi) o issati (i secondi) per il tramite di
funi e carrucole affinché non impedissero con malaccorti interventi la salita e
la discesa delle ceste ricolme.
2.FÀ 'E CCOSE A CAPA 'E 'MBRELLO.
Agire a testa (manico) di ombrello. Il manico di ombrello è
usato eufemisticamente in luogo di ben altre teste. La locuzione significa che
si agisce con deplorevole pressappochismo, disordinatamente, grossolanamente,
alla carlona e senza criterio.
3.FÀ 'E SCARPE A CQUACCHED'UNO.
Letteralmente: Fare le scarpe a qualcuno. Id est: conciar
male, ridurre a cattivo partito qualcuno fino al punto di approntargli la
morte. L'espressione deriva dall'usanza che si teneva a Napoli, di far calzare
ai morti di un certo rango - per l'ultimo viaggio - delle scarpe nuove,
conservate all'uopo dai familiari.
4.FÀ 'E SCARPE A UNO E CCOSERLE 'NU VESTITO.
Letteralmente: confezionare scarpe ad uno e cucirgli un
vestito.Id est: far grave danno a qualcuno conciandolo male, riducendolo a cattivo partito fino al punto di approntargli la morte;
oppure piú modestamente augurargli di
decedere e procederne alla vestizione come accadeva un tempo allorché alla morte di qualcuno gli si metteva indosso
un abito nuovo e gli si facevano calzare scarpe approntate a bella posta.
5.FÀ FETECCHIA.
Ad litteram: emettere una vescia, ma per traslato mancare
completamente il risultato di un’azione.
I l termine in epigrafe à un variegato ventaglio di
significati nella parlata napoletana, ma tutti riconducibili al primario
significato di vescia, scorreggia non rumorosa, scoppio silenzioso simile a
quello del fungo che giunto a maturazione esplode silenziosamente emettendo le
spore; col termine fetecchia , restando nell’ambito della silenziosità,viene
indicato altresí lo scppio non riuscito di un fuoco d’artificio, e piú in
generale un qualsiasi fallimento o fiasco di un’operazione non giunta a buon
fine
Per ciò che attiene l’etimologia, tutti concordemente la
fanno risalire al latino foetere nel suo significato di puzzare - tenendo
presente il primario significato di fetecchia, ma anche negli altri significati
c’è una sorta di non olezzo che pervade la parola.e la riconduce al foetere
latino.
Brak
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