1.FÀ ZITE E MMURTICIELLE E BBATTISIME BBUNARIELLE.
Letteralmente: fare(partecipare a)matrimoni e funerali e
battesimi abbastanza buoni.Id est: non mancare mai, anche se non espressamente
invitati, a celebrazioni che comportino elargizioni di cibarie e libagioni,
come accadeva temporibus illis quando la maggior parte delle cerimonie si
svolgevano in casa, allorchè il parroco o prete del rione non mancava mai di
rendersi presente a battesimi o matrimoni, per presenziare alla tavolata che ne
seguiva. La cosa valeva anche per i funerali (murticielle) giacché, dopo la
sepoltura del morto, i vicini erano soliti offrire ai parenti del defunto un
pantagruelico pasto consolatorio spesso comportante gustose portate di pesce
fresco.
2.FA’ ‘NA COSA ‘E JUORNO.
Ad litteram: fa’ una
cosa di giorno! Id est: Agisci rapidamente!
Perentorio invito
rivolto ad un artiere o a chiunque si stia dedicando ad un’attività, affinché
porti a termine il lavoro o l’intrapreso in maniera rapida, sollecita esaurendo
l’attività nel lasso di un giorno ed evitando di protrarre l’operare fino alle
ore notturne che son le meno proficue.
3.FA’ COMME T’ È FFATTO, CA NUNN’ È PPECCATO.
Ad litteram: Rendi ciò che ti è fatto, ché non è peccato Id
est: render pan per focaccia non è peccato, per cui si è autorizzati anche a
vendicarsi dei torti subìti, usando i medesimi sistemi; locuzione che,
stranamente per la morale popolare napoletana, adusa ad attenersi, quasi
sempre, ai dettami evangelici si pone agli antipodi dell’evangelico: porgi
l’altra guancia, ma in linea con l’antico principio romano: vim, vi repellere
licet (è giusto respingere la forza con la forza).
4.FACCIA 'E TRENT'ANNE 'E FAVE.
Letteralmente: faccia da trent'anni di fava. Offesa
gravissima con la quale si suole bollare qualcuno che abbia un volto poco
rassicurante, da galeotto, dal quale non ci si attende niente di buono, anzi si
paventano ribalderie. La locuzione fu coniata tenendo presente che la fava
secca era il cibo quasi quotidiano che nelle patrie galere veniva somministrato
ai detenuti; i trent'anni rammentano il massimo delle detenzione comminabile
prima dell'ergastolo; per cui un individuo condannato a trent'anni di
reclusione si presume si sia macchiato di colpe gravissime e sia pronto a
reiterare i reati, per cui occorre temerlo e prenderne le distanze.
5.FACESSE 'NA CULATA E ASCESSE 'O SOLE!
Letteralmente: Facessi un bucato e spuntasse il sole!Id est:
avessi un po' di fortuna...La frase viene profferita con amarezza da chi veda
il proprio agire vanificato o per concomitanti contrari avvenimenti o per una
imprecisata sfortuna che ponga il bastone tra le ruote, come avverrebbe nel
caso ci si sia dedicati a fare il bucato e al momento di sciorinarlo ci si
trovi a doversi adattare ad una giornata umida e senza sole ,cosa che impedisce
l'ascigatura dei panni lavati. 'a culata è appunto il bucato ed è detto colata
per indicare il momento della colatura ossia del versamento sui panni,
sistemanti in un grosso capace contenitore,dell'acqua bollente fatta colare sui
panni attraverso un telo sul quale , temporibus illis, era sistemata la cenere
ricca di per sé di soda(in sostituzione di chimici detergenti), e pezzi di
arbusti profumati(per conferire al bucato un buon odore di pulito)...
BRAK
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