1.CU ‘O FURASTIERO ‘A FRUSTA E CCU ‘O PAISANO ARRUSTO
Ad litteram: con il forestiero occorre usare la frusta (per
scacciarlo)mentre con il compaesano bisogna servirlo di adeguato sostentamento,
proverbio che viene di lontano ed è attualissimo, quantunque proverbio un po’
strano per la filosofia comportamentale del popolo napoletano,abituato da
sempre ad accogliere chicchessia e per solito ligio ai precetti divini del
soccorso e dell’aiuto fraterno anche verso gli stranieri.
Furastiero s.vo ed agg.vo m.le= che, chi proviene da un
altro paese; voce che è dal fr. ant. forestier, deriv. del lat. foris 'fuori';
paisano s.vo ed agg.vo m.le =1 abitante di paese (talora con
sfumatura spreg.)
2 e qui compaesano; voce derivata del sost. paese (che a sua
volta è dal lat. *pagensis agg.vo, der. di pagus «villaggio») con l’aggiunta
del suff. di appartenenza aneus→ano.
2.CU ‘O TIEMPO E CU ‘A PAGLIA (S’AMMATURANO ‘E NESPOLE)!
Letteralmente: col tempo e la paglia (maturano le nespole).
La frase, pronunciata anche non interamente, ma solo con le parole fuori
parentesi vuole ammonire colui cui viene rivolta a portare pazienza, a non
precorrere i tempi, perché i risultati sperati si otterranno solo attendendo un
congruo lasso di tempo, come avviene per le nespole d'inverno o nespole
coronate che vengono raccolte dagli alberi quando la maturazione non è completa
e viene portata a compimento stendendo le nespole raccolte su di un letto di
paglia in locali aerati e attendendo con pazienza: l'attesa porta però frutti
dolcissimi e saporiti.
3.CU CCHESTU LIGNAMMO SE FANNO ‘E STRUMMOLE
id est: con questo legno si fanno le trottoline; questo modo
di dire à una doppia significazione:
A – È con questo legno, non con altro, che si fanno le
trottoline...ovvero : ciò che volevate io facessi,andava fatta nel modo con cui
la ò eseguita...
B – Con il legno che mi state conferendo si fanno
trottoline, non chiedetemi altri manufatti; cioè: se non avrete ciò che vi
aspettavate da me , sarà perché mi avrete dato materiali inadatti allo scopo, ,
non per mia inettitudine o incapacità.
Prima di accennare all’etimologia, ricordiamo ancora che uno
strúmmolo costruito male per cui gira per poco tempo e crolla in terra
risultante perditore era detto per dileggio: strúmmolo scacato.
Nel giuoco dello strúmmolo il maggior rischio che correva il
perdente tra due contendenti era quello di vedersi scugnare (e per incidens,
rammenterò che da tale verbo deriva la parola scugnizzo) il proprio strúmmolo
da quello del vincitore che lanciava il proprio strúmmolo violentemente contro
quello dell’avversario tentando di sbreccarlo con la punta acuminata del
proprio strúmmolo , se non addirittura di spaccare la trottolina del perditore.
Pacifica la etimologia dello strúmmolo protagonista di un
gioco addirittura greco se non antecedente e greca è l’etimologia della parola
che viene dritto per dritto dal greco strómbos che in primis indicò la grossa
conchiglia di un mollusco gasteropodo dei mari caldi con conchiglia a spira
ripetuta nel disegno delle scanalature della trottolina; lo strómbos greco
trasmigrato nel latino fu stròmbus da cui con consueta assimilazione
progressiva mb→mm si arrivò a strummus donde con il suffisso diminutivo olus,si
ottiene strúmmolo con il suo esatto significato di trottolina.Rammento che il
s.vo sg. strummolo è maschile, ma à un doppio plurale: l’uno m.le strummoli
(usato ovviamente per indicare piú trottoline) l’altro f.le metafonetico
strommole (usato sia per indicare piú trottoline e segnatamente nella locuzione
a spaccastrommole sia per indicare per traslato divertito delle sesquipedali
fandonie, delle sciocchezze madornali quali sono delle insulse parole o
affermazioni appaiabili ad un giuoco come giuoco è lo strummolo.
4.CU LL'EVERA MOLLA, OGNUNO S'ANNETTA 'O CULO.
Ad litteram: con l'erba tenera, ognuno si pulisce il sedere;
per traslato: chi è privo di forza morale o di carattere non è tenuto in
nessuna considerazione , anzi di lui ci si approfitta, delegandogli persino i
compiti piú ingrati
5.CU MMUONECE,FEMMENE,
PRIEVETE E CCANE, HÊ 'A STÀ SEMPE CU 'A MAZZA 'MMANO.
Con monaci,donne,
preti e cani devi tener sempre un bastone fra le mani. Id est: ti devi
sempre difendere: da monaci e preti per le richieste di oboli,dalle donne per
non essere oppressi con analoghe richieste di danaro,o con pretese
comportamentali, dai cani per non essere morsicati. Non mette conto soffermarsi
sul tipico comportasmente aggressivo mulibre, ma è giusto rammentare che un
tempo abbondavano i monaci cercanti ed i preti petenti, né mancavano torme di
cani randagi che spesso li accompagnavano e dai quali, armati di bastoni
occorreva difendersi ricorrendo alle maniere sbrigative.
Brak
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