1.FACIMMO AMMUINA!
Letteralmente: facciamo confusione. È l'invito a creare il
disordine nel quale si possa mestare al fine di conseguire dei vantaggi. La
locuzione in epigrafe, sia pure nella forma Facite ammuina dai soliti
disinformati e bugiardi storici postunitari si ritiene essere stato addirittura
il titolo di un articolo di un preteso regolamento della marina borbonica del
1841, articolo nel quale si sarebbero indicati i vari modi di fare ammuina; si
tratta chiaramente di una voluta sciocchezza tesa a denigrare l'organizzazione
e la valentía della marineria di Francesco II Borbone... Per amor di
completezza ricorderò che il predetto fantasioso articolo recitava: All'ordine
“Facite Ammuina”: tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che
stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a destra vann' a sinistra e
chilli che stanno a sinistra vann' a destra: tutti chilli che stanno abbascio
vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passann' tutti p'o stesso
pertuso: chi nun tiene nient' a ffà, s' aremeni a ccà e a llà.
Ò trascritto l’articolo così come l’ò travato in rete,(con
tutti gli orrori di ortografia etc.) stampato su di un evidentemente falso
proclama reale recante lo stemma borbonico.
Non voglio
soffermarmi piú di tanto sull’evidente falsità dell’articolo; mi limiterò ad
osservare che essa si ricava già dal modo raffazzonato in cui è scritto; è
evidente che il capo scarico che lo à vergato, mancava delle piú elementari
cognizioni dell’idioma napoletano e l’abbia vergato a naso o per sentito dire:
basti osservare in che modo errato sono scritti tutti i verbi, terminanti tutti
con un assurdo segno d’apocope (‘) o di una ancora piú assurda elisione, in
Luogo della corretta vocale finale semimuta. A ciò si deve aggiungere
l’incongruo, fantasioso congiuntivo esortativo che conclude l’articolo:
s’aremeni, congiuntivo che è chiaramente preso a modello dal toscano, ma non
appartiene alla lingua napoletana che usa ed avrebbe usato anche per il
congiuntivo la voce s’aremena cosí come l’indicativo; infine non è ipotizzabile
un monarca che, volendo codificare un regolamento in lingua napoletana,
affinché fosse facilmente comprensibile alle proprie truppe incolte, si
rivolgesse o fosse rivolto per farlo vergare a persona incapace o ignorante
della lingua napoletana; ciò per dire che tutto l’evidentemente falso articolo
fu pensato e vergato dal suo fantasioso autore, con ogni probabilità
filosavoiardo in lingua italiana e poi, per cosí dire, tradotto seppure in modo
sciatto ed approssimativo nell’idioma napoletano, cosa che si evince oltre che
da tutto ciò che fin qui ò annotato dal fatto che nell’articolo (presunto
napoletano) si parla di destra e sinistra, laddove è risaputo che i napoletani,
anche i colti, usavano dire dritta e mancina.
Sistemata cosí la faccenda del Facite ammuina , torniamo
alla parola ammuina e soffermiamoci sulla sua etimologia;
a prima vista si potrebbe ipotizzare, ma erroneamente che la
parola ammoina sia stata forgiata sul toscano moina con tipico raddoppiamento
consonantico iniziale ed agglutinazione dell’articolo la (‘a); ma a ciò osta il
fatto che mentre il termine ammoina/ammuina sta, come detto, per chiasso,
confusione, vociante baccano, la parola moina (dal basso latino movina(m)) sta
ad indicare gesto, atto affettuoso, vezzo infantile; comportamento lezioso,
sdolcinato, tutte cose evidentemente lontane dal chiasso e/o confusione che son
propri dell’ ammoina/ammuina e lontane dal fastidio che da quel chiasso ne
deriva all’adulto che, al contrario, è appagato e gratificato dalle moine
infantili o talvolta da quelle femminili; sgombrato così il campo dirò che per
approdare ad una accettabile etimologia di ammoina/ammuina occorre risalire
proprio al fastidio, all’annoiare che il chiasso, la confusione, il vociante
baccano procurano; tutte cose puntualmente rappresentate dal verbo spagnolo
amohinar(infastidire, annoiare, addirittura rattristare) e convincersi che l’
ammoina/ammuina altro non sono che deverbali del verbo spagnolo.
2.FARNE CCHIÚ ‘E CATUCCIO. Letteralmente: compierne una piú
di Catuccio. Id est: farne di tutti i colori, compiere infamie e scelleratezze
tali da sorpassare quelle compiute in Francia dal settecentesco Louis Philippe
Bourguignon (La Courtille, Belleville, 1693 -† Parigi 1721).Costui, figlio d'un
bottaio, lasciò gli studi intrapresi presso i gesuiti, per darsi alla malavita
e divenne protagonista, durante una dozzina d'anni, di furti e avventure d'ogni
sorta, che resero la sua biografia popolare in tutta Europa . Questo celebre
brigante venne soprannominato Cartouche, nome corrotto in napoletano con il
termine Catuccio. Arrestato, fu giustiziato nella piazza di Grève. La locuzione
viene usata per bollare il comportamento non raccomandabile di chi agisce
procurando danno a terzi, ma iperbolicamente anche per sottolineare il
comportamento un po' troppo vivace dei ragazzi.
3.FARNE TUTTE CICERENNAMMUOLLO
Farne soltanto moine smancerie, vezzi, leziosaggini
Lo si dice con profondo senso di amarezza a commento delle
azioni prive di risultati pratici di coloro che chiesti o invitati a conferire
il loro fattivo contributo ad una causa comune si limitano a blandizie e
smancerie (tipiche degli innamorati) che riempiono gli occhi di fumo , ma non
ànno sostanza! In effetti con il s.vo m.le pl. cicerennammuolle si intendono le
svenevolezze, i vezzi, le leziosaggini proprie degli innamorati tutte cose che
mancano di essenza, fondamento, nocciolo, succo, sugo, in uno di consistenza
reale e pratica; etimologicamente il termine cicerennammuolle è l’incrocio tra
cicerefuoglio e l’aggettivo muolle con epentesi sillabica di raccordo nna;
rammento che il cerfoglio(lat. caerefolium) in nap. cerefuoglio o
cecerefuoglio→ cicerefuoglio indica oltre che la pianta delle ombrellifere
anche gli sgorbi fatti a caso con penne e/o matite sui fogli di carta ed ancóra
i vezzi, le moine, le sdolcinature, tutte cose che semanticamente posson
ricondursi anche alle bizzarríe,alle stranezze bizzose nonché alle minuzie e/o
sciocchezze;
4.FARSE ‘NA BASULELLA.
Espressione intraducibile ad litteram con la quale si indica
il portare a compimento un veloce, disimpegnato e forse inatteso rapporto
sessuale, condotto a termine alla meno peggio, magari per istrada a piedi
poggiati sul basalto , all’impiedi o pi ú precisamente allerta allerta.
5.FARSE ‘NTERESSE
Locuzione intraducibile ad litteram che fotografa l’amara
situazione di chi per conseguire una merce o altro quid sia costretto a
sborsare una somma di danaro cosí eccedente il preventivato da essere costretto
ad intaccare altre somme di danaro e perderne cosí un eventuale interesse che
gli fruttavano tenendole ferme in banca.
BRAK
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