1.FÀ ‘A CASA SPINGULE SPINGULE
Ad litteram: Fare spillo spillo nell’espressione Fare la
casa spillo spillo. Iperbolica espressione usata per fotografare l’incresciosa
situazione di chi avendo smarrito, presumibilmente in casa, un oggetto o
alcunché o non ricordando dove l’abbia riposto e/o nascosto è costretto ad
affannarsi in una ricerca costante, incessante, ininterrotta, persistente,
reiterata, compulsiva quasi angosciosa, ossessiva, ossessionante ispezionando e
rovistando in ogni dove sino a frugare iperbolicamente tra spillo e spillo alla
ricerca spesso vana, dell’oggetto perso o riposto e/o nascosto, perdendolo di
vista o non ricordandone pi ú l’ubicazione.
2.FÀ ‘A CHIERECA Ê SCIGNE.
Ad litteram: fare la tonsura alle scimmie; id est:
applicarsi ad un’operazione inutile, assolutamente balorda e certamente
improduttiva.
3.FÀ ‘A FATICA D’’E PRIEVETE.
Ad litteram: fare il lavoro dei preti. Id est: fare
un’attività tranquilla e non impegnativa quale, ingiustamente, si riteneva
fosse quella svolta dai sacerdoti al segno che, altrove si diceva che se il
lavoro fosse stato una cosa buona, lo avrebbero fatto i preti.
4.FÀ ‘A TREZZA D’’E VIERME.
Ad litteram: fare la treccia di vermi; id est: spaventarsi
grandemente, esser colto da eccessiva paura. Olim a Napoli, si riteneva che ,
soprattutto i bambini, ma pure gli adulti, se fossero stati presi da grande
spavento avrebbero potuto germinare nell’intestino una gran quantità di vermi
organizzati nei visceri a mo’ di treccia; per liberare i colpiti da tale
iattura si ricorreva a sostanziose somministrazioni di aglio da ingerire crudo;
ragion per cui era auspicabile, specie per i bambini il non essere colti da
spavento o paure.
5.FÀ LL‘ ALLICCAPETTULE.
Ad litteram: fare il leccapettole cioè il lecchino; id est: comportarsi
da servile adulatore, da servo sciocco, prosternandosi davanti al potente di
turno, leccandogli metaforicamente la falda posteriore della camicia nominata
eufemisticamente in Luogo della parte anatomica su cui detta falda insiste.
Brak
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