1.HÊ SBAGLIATO PALAZZO!
Ad litteram: Ài sbagliato palazzo! Id est: Ài malamente
equivocato, ài preso un madornale granchio, ti sei comportato malissimo;
avresti dovuto comportarti in maniera ben diversa; locuzione che segnala non un
qualsiasi tipo di errore o qui pro quo, ma che attiene può specificatamente a
quegli errori comportamentali capaci di suscitare in chi ne subisce gli
effetti, sensibile, amaro dispiacere e il vago desiderio che colui che abbia
sbagliato il palazzo si ravveda prontamente e, se può, ponga riparo all’errore
nel quale è intercorso.
Esistono poi molti altri modi di segnalare e bollare errori
commessi che non attengono al comportamento , ma sono generici, anche se- a
volte - piú macroscopici lapsus; tra questi altri modi di dire segnalerò:
2.HÊ SCIUPATO ‘NU SANGRADALE.
Letteralmente: Ài sciupato un sangradale. Lo si dice di chi,
a furia di folli spese o cattiva gestione dei propri mezzi di fortuna, dilapidi
un ingente patrimonio al punto di ridursi alla miseria piú cupa ed esser costretti,
magari, ad elemosinare per sopravvivere; il sangradale dell'epigrafe è il Santo
Graal la mitica coppa in cui il Signore istituí la santa Eucarestia durante
l'ultima cena e nella quale coppa Giuseppe d'Arimatea raccolse il divino sangue
sgorgato dal costato di Cristo a seguito del colpo infertogli con la lancia dal
centurione sul Golgota. Si tratta probabilmente di una leggenda scaturita dalla
fantasia di Chrétien de Troyes che la descrisse nel poema Parsifal di ben 9000
versi e che fu ripresa da Wagner nel suo Parsifal dove il cavaliere Galaad,
l'unico casto e puro, riesce nell'impresa di impossessarsi del Graal laddove
avevan fallito tutti gli altri cavalieri non abbastanza puri.
3.HÊ TRUVATO ‘A FORMA D’’A SCARPA TOJA
Ad litteram: ài trovato la forma (su cui è stata modellata
la tua scarpa) Id est: Ti conosco benissimo, sei stato addirittura modellato su
di me e pertanto ti sei imbattuto in una persona cosí tanto simile a te (da
poterti contrastare efficacemente in ogni circostanza giacché ti conosce bene
ed a fondo e sa di te pregi e difetti). Espressione usata per mettere
sull’avviso gradassi o prepotenti che erroneamente pensassero di poter
sorprendere il contendente senza rendersi conto della vanità del loro
comportamento che non rappresenta una sorpresa e/o un pericolo.
4.HE VIPPETO VINO A UNA RECCHIA.
Hai bevuto vino a una orecchia - Ossia vino scadente che fa
reclinare la testa da un lato. Pare che il vino buono sia quello che fa
reclinare la testa in avanti. Lo si dice per sottolineare i pessimi risultati
di chi ha agito dopo di aver bevuto vino scadente.
5.I' FACCIO PERTOSE E TTU GAVEGLIE.
Letteralmente: Io faccio buchi e tu cavicchi. Id est: mi
remi contro. La locuzione la si usa quando si voglia redarguire qualcuno che
proditoriamente e senza apparenti motivi, anzi quasi per dispetto, si adopera
per vanificare l'opera di chi si sta affannando in un'azione di senso contrario
come nella locuzione càpita a chi si sta adoperando a fare buchi e trova chi
invece si dà da fare per confezionare cavicchi atti a turare detti buchi.
BRAK
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