1.JIRSENE ‘MPILO ‘MPILO
Ad litteram: andarsene di pelo in pelo Id est: deperire,
consumarsi a poco a poco. Espressione usata in riferimento a chi per
malnutrizione, inedia si indebolisca, esaurendosi, consumandosi, deperendosi al
segno che, iperbolicamente, se ne possano contare i singoli peli.
2.JIRSENE ‘NZOGNA ‘NZOGNA
Ad litteram:
andarsene sugna sugna locuzione che non attiene alla sfera culinaria, ma che è
usata per commentare il lento consumarsi o deperirsi di una persona che si
sciolga quasi a mo’ di sugna ‘nzogna s.vo f.le = sugna, strutto; preciso súbito
che la voce napoletana a margine che rende l’italiano sugna o strutto è voce
che va scritta ‘nzogna con un congruo apice (‘) d’aferesi (e qui di sèguito
dirò il perché) e non nzogna privo del segno d’aferesi, come purtroppo càpita
di trovare scritto. Ciò detto passiamo all’etimologia e sgombriamo súbito il
campo dall’idea (maldestramente messa in giro da qualcuno che nzogna, (non
‘nzogna) possa essere un adattamento dell’ antico italiano sogna(sugna) con
protesi di una n eufonica e dunque non esigente il segno d’aferesi (‘) e
successivo passaggio di ns→nz, dal latino (a)xungia(m), comp. di axis 'asse' e
ungere 'ungere'; propr. 'grasso con cui si spalma l'assale del carro'; occorre
ricordare che nel tardo latino con la voce axungia si finí per indicare un asse
di carro e non certamente il condimento derivato dal grasso di maiale
liquefatto ad alta temperatura, filtrato, chiarificato, raffreddato e
conservato in consistenza di pomata per uso alimentare, mentre gli assi dei carri
venivano unti direttamente con la cotenna di porco ancóra ricca di grasso.
Ugualmente mi appare fantasiosa l’idea (D’Ascoli) che la napoletana ‘nzogna
possa derivare da una non precisata voce umbra assogna per la quale non ò
trovato occorrenze di sorta! Messe da parte tali fantasiose proposte, penso che
all’attualità, l’idea semanticamente e morfologicamente piú perseguibile circa
l’etimologia di ‘nzogna sia quella proposta dall’amico prof. Carlo Iandolo che
prospetta un in (da cui ‘n) illativo + un *suinia (neutro plurale, poi inteso
femminile)= cose di porco alla cui base c’è un sus- suis= maiale con doppio
suffisso di pertinenza: inus ed ius; da insuinia→’nsoinia→’nzogna.
3.JIRSENE ‘NZUOCOLO
Ad litteram: Andarsene in dondolo, farsi sospingere come in
altalena, lasciandosi dolcemente ciondolare; per traslato l’espressione vale:
godere beatamente e con voluttà dei piaceri dei sensi ed il collegamento
semantico si coglie tenendo presente l’apparentamento tra il piacere che
procura l’abbandonarsi al festoso dondolio in altalena e quello che procura
l’abbandonarsi al godimento dei sensi;
jírsene = andarsene forma verbale formata dall unione
dell’’infinito jí (dal lat. ire) con in posizione enclitica i pronomi atoni se
(pron. pers. m.le e f.le di terza pers. sg. e pl. si usa in Luogo della forma
pronominale atona se davanti ai pron. pers. lo, la, li, le e alla particella
ne, in posizione sia enclitica sia proclitica: s’ ‘o lassaje scappà (se lo
lasciò scappare); s’ ‘a vedette brutta(se la vide brutta); s’ ‘e mmettette
dint’â sacca(se li intascò); gudersela (godersela); se ne jette(se ne andò);
jennosene (andandosene), e ne (pron. m.le e f.le , sg. e pl. [forma atona che
si usa in posizione sia enclitica sia proclitica; è sempre posposta ad altro
pron. atono che l'accompagni e si può elidere davanti a vocale: es. jírsen’ ‘e
capa]).
‘nzuocolo = in dondolo, in altalena e per traslato in
godimento, in sollucchero; etimologicamente la voce è per la maggior parte
degli addetti ai lavori ritenuta di etimo sconosciuto; ma a mio avviso è
formata da un in→’n + il s.vo zuocolo (dondolo, altalena e per traslato
godimento dal lat. jŏculu(m)→zuocolo (giuoco, scherzo, facezia).
4.JIRSENE A CCASCETTA nell’espressione TE NE VAJE A
CCASCETTA!
Letteralmente: ANDARSENE A CASSETTA.nell’espressione TE NE
VAI A CASSETTA! La cassetta in questione
è quella del cocchiere di carrozza padronale o del vespillone : il posto piú
alto, ma anche il piú scomodo e il piú faticoso da raggiungere, delle antiche
vetture da trasporto passeggeri vivi o morti che fossero. L'espressione viene
usata quando si voglia sottolineare la eccessiva dispendiosità o fatica cui si
va incontro, impegnandosi in un'azione ritenuta gravosa per cui se ne
sconsiglia il porvi mano; infatti l’espressione viene usata a salace consiglio
verso chi si accinga a cominciare qualcosa gravosa e probabilmente inutile;
spesso la locuzione è preceduta da un imperioso siente a mme, lassa perdere
(ascoltami, lascia perdere).
5.JIRSENE A CCALASCIONE
Ad litteram: ANDARSENE A CALASCIONE Id est: sciupare
irrimediabilmente cose od azioni, tenendo un comportamento non consono,
inadeguato, inadatto. Espressione che viene riferita per dileggio a chi perda
il suo tempo in inutili occupazioni [come quella di strimpellare uno strumento
musicale, nella fattispecie un colascione] invece di attendere in maniera .
idonea, opportuna, adeguata, appropriata, atta, confacente, conforme, apposita,
giusta, ad hoc al da farsi per raggiungere uno scopo o dar corso ad azioni
giuste e produttive. colascione/calascione s.vo m.le strumento musicale in
tutto simile ad un liuto a 10 corde di uso popolare nei secc. XVI e XVII,
soprattutto nell'Italia meridionale. Etimologicamente nel napoletano dallo
spagnolo colachón che è dal greco: dal gr. kaláthion 'piccolo paniere'(per la
forma della cassa armonica dello strumento); strumento un po’ differente dal
primitivo colascione che aveva solo due o tre corde; questo a dieci corde,
détto anche tiorba fu suonato con l’ausilio di una grossa penna tonda di cuoio
detta taccone e s’ebbe perciò la tiorba a taccone , strumento musicale
d’accompagnamento,di cui dico, quasi antesignano del basso.
BRAK
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