1.ABBIARSE A CCURALLE.
Letteralmente: avviarsi verso i coralli. Id est:
Anticiparsi, muovere rapidamente e prima degli altri verso qualcosa.
Segnatamente lo si dice delle donne violate ed incinte che devono affrettare le
nozze. La locuzione nasce nell'ambito dei pescatori torresi (Torre del Greco
-NA ), che al momento di mettersi in mare lasciavano che per primi partissero
coloro che andavano alla pesca del corallo.
2.ABBRUSCIÀ ‘O PAGLIONE
Ad litteram: bruciare il pagliericcio id est: far terra
bruciata attorno a qualcuno. Grave minaccia con la quale si comunica di voler
procurare, a colui cui è rivolta, un grave, gravissimo anche se non specificato
danno; la locuzione rammenta ciò che erano soliti fare gli eserciti sconfitti ,
in ispecie quelli francesi che nell’abbondonare l’accampamento fino a quel
momento occupato, usavano bruciare tutto per modo che l’esercito sopravveniente
non potesse averne neppure un sia pur piccolo tornaconto.Oggi la locuzione in
epigrafe è usata con due significati, uno meno grave, l’altro piú duro; nel
significato meno duro l’espressione significa mancare a un impegno, a un
appuntamento; nel significato piú minaccioso l’espressione è usata per
minacciar imprecisati ma totali danni; infatti con l’espressione T’aggi’
‘abbruscià ‘o paglione! si vuol significare: Devo arrecarti tutto il danno
possibile, bruciandoti persino il pagliericcio su cui dormi, per non darti piú
modo neppure di riposare!
Anticamente l’espressione in esame venne usata come minaccia
di sodomizzazione , probabilmente perché (per sineddoche) con il termine
paglione si intendeva il fondoschiena che viene adagiato, per riposare, proprio
sul paglione.
abbruscià = bruciare, ardere, incendiare,consumare,
distruggere, rovinare con l'azione del fuoco o del calore.
l’etimo è da un lat. volg. ad+brusiare→abbrusiare→abbrusciare/à
paglione s. m. =in primis 1 pagliericcio, saccone pieno di
paglia o foglie secche usato come materasso;per sineddoche talora 2
fondoschiena; quanto all’etimo paglione è un evidente accrescitivo (cfr. suff.
one) di paglia che è dal lat. palea
3.ABBUFFÀ 'A GUALLERA.
Letteralmente: gonfiare l'ernia. Id est: annoiare,
infastidire, tediare qualcuno al punto di procurargli una metaforica enfiagione
di un'ipotetica ernia. Si consideri però che in napoletano con il termine
"guallera"(dall’arabo wadara) si indica oltre che l'ernia anche il
sacco scrotale, ed è ad esso che con ogni probabilità fa riferimento questa
locuzione.
4.ACCATTARSE ‘O CCASO.
Ad litteram: portarsi via il formaggio. Per la verità nel
napoletano il verbo accattà significa innanzitutto: comprare, ma nella
locuzione in epigrafe bisogna intenderlo nel suo primo significato etimologico
di portar via dal latino: adcaptare iterativo di capere (prendere).
La locuzione non à legame alcuno con il fatto di acquistare
in salumeria o altrove del formaggio; essa si riferisce piuttosto al fatto che
i topi che vengono attirati nelle trappole da un minuscolo pezzo di formaggio,
messo come esca, talvolta riescono a portar via l’esca senza restar catturati;
in tal caso si usa dire ca ‘o sorice s’è accattato ‘o ccaso ossia che il topo à
subodorato il pericolo ed è riuscito a portar via il pezzetto di formaggio,
evitando però di esser catturato. Per traslato, ogni volta che uno fiuti un
pericolo incombente o una metaforica esca approntatagli, ma se ne riesce a
liberare, si dice che s’è accattato ‘o ccaso.
5.ACCUNCIARSE QUATT' OVE DINTO A 'NU PIATTO.
Ad litteram: Sistemarsi quattro uova in un piatto - cioè:
assicurarsi una comoda rendita di posizione, magari a danno di altra persona (per
solito la porzione canonica di uova è in numero di due...tutte quelle che
eccedono sono state sottratte ad altri).
Brak
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