1.A PPAVÀ I A MURÌ, QUANNO CCHI Ú TTARDE SE PO’.
A pagare e morire, quando pi ú tardio sia possibile! E' la
filosofia e strategia del rimandare sine die due operazioni molto dolorose,
nella speranza che un qualche accadimento intervenuto ce le faccia eludere.
2.'A PECORA S'À DDA TUSÁ, NUN S'À DDA SCURTECÁ
Letteralmente: la pecora va tosata, ma non scorticata. Id
est: est modus in rebus: non bisogna mai esagerare; nel caso : è giusto che una
pecora venga tosata, non è corretto però scarnificarla; come è giusto pagare i
tributi, ma questi non devono essere esosi.
3.À PERZO 'E VUOJE E VVA ASCIANNO 'E CCORNA.
Letteralmente: À perduto i buoi e va in cerca delle loro
corna. Lo si dice ironicamente di chi, avendo - per propria insipienza -
perduto cose di valore, ne cerca piccole vestigia, adducendo sciocche rimostranze
e pretestuose argomentazioni.
4.A PPAZZE E CCRIATURE, 'O SIGNORE LL'AJUTA.
Ad litteram: pazzi e bimbi, Dio li aiuta. Id est: gli
irresponsabili godono di una particolare protezione da parte del Cielo. Con
questo proverbio, a Napoli, si soleva disinteressarsi di matti o altri
irresponsabili, affidandoli al buonvolere di Dio e alla Sua divina provvidenza
e protezione .
5.A PPESIELLE PAVAMMO oppure NE PARLAMMO.
Ad litteram: al tempo dei piselli pagheremo oppure ne
parleremo. Locuzione con la quale si tenta di rimandare la soluzione dei debiti
o dei problemi a tempi migliori. In tempi remoti la locuzione posta sulla bocca
di un contadino voleva dire: pagherò i miei debiti al tempo della raccolta dei
piselli, quando farò i primi guadagni della stagione; posta invece sulla bocca
di un medico o peggio d’un becchino aveva l’aria di una minaccia vvolendo
significare: al tempo dei piselli ti necessiterà la mia opera o perché cadrai
in preda di coliche che l’ortaggio ti procurerà, o - peggio ancora - ne decederai!
Brak
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